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Come Tavares ha perso la corsa elettrica di Stellantis?

Carlos Tavares ha lasciato Stellantis in uno scenario di delusioni e promesse non mantenute, mentre l'eredità di Marchionne continua a ispirare con pragmatismo e crescita sostenuta.
  • 27% di calo delle entrate per Stellantis nel terzo trimestre del 2024.
  • Le vendite di veicoli elettrici di Stellantis sono rimaste indietro rispetto a concorrenti come BMW.
  • Produzione in Italia sotto 500.000 unità, lontana dall'obiettivo del milione.

Nel dicembre 2024, Carlos Tavares ha dato le dimissioni dalla sua posizione di CEO di Stellantis, un evento che ha sollevato non poco scalpore nel settore automobilistico. In passato, Tavares aveva promesso una serie di obiettivi ambiziosi per Stellantis, come l’intenzione di superare Tesla e generare enormi entrate dal segmento software. Tuttavia, queste prospettive si sono rivelate più un sogno che una realtà tangibile. I risultati finanziari, infatti, non hanno rispettato le aspettative, con vendite globali in declino e una strategia che appariva più come una raccolta di promesse piuttosto che un piano concreto. Nel climax di quella che sembra una storia quasi epica, il terzo trimestre del 2024 ha visto Stellantis registrare un calo delle entrate del 27%, con un volume di consegne che ha subito una flessione del 20% rispetto all’anno precedente. Questi numeri evidenziano un chiaro contraccolpo rispetto alle ambizioni dichiarate da Tavares. Nonostante le visioni futuristiche, comprendendo la transizione verso l’elettrico, Stellantis si è trovata a soffrire formidabili sfide di mercato. L’elettrificazione stessa si è rivelata un terreno ostico. Al termine del 2023, Stellantis ha venduto meno veicoli elettrici rispetto a concorrenti come BMW, rimanendo indietro anche rispetto alle proprie aspettative. Le auto prodotte in Italia non hanno raggiunto il milione di unità come sperato;invece, la produzione si è fermata sotto le 500.000 nel 2024.

la metamorfosi da fiat a fca: il maglioncino magico di Marchionne

Di fronte alla performance di Tavares, molti osservatori dell’industria ricordano l’epoca di Sergio Marchionne alla guida di Fiat. All’inizio del XXI secolo, l’enorme azienda automobilistica italiana era sull’orlo della crisi finanziaria con addirittura capitale netto negativo. Nel 2003 però Sergio Marchionne prese il controllo dell’azienda, avviandola verso una straordinaria metamorfosi culminata nella fondazione della Fiat Chrysler Automobiles (FCA) tramite l’incorporazione con Chrysler. Mai incline a promesse esagerate, Marchionne perseguì la rinascita del gruppo tramite una via pragmatica, dirigendo la sua attenzione sull’autonomia commerciale delle etichette e solidificando senza avvalersi di supporto pubblico ai finanziamenti. Tale approccio portò all’incremento del valore aggiunto e al rafforzamento delle basi finanziarie dell’azienda, riducendo il rischio economico a livelli precedentemente considerati irraggiungibili. Tramite l’accordo raggiunto con Chrysler è stato possibile stabilire una presenza globale, traducibile in espansioni produttive ed elevata rivalutazione dell’intera struttura aziendale. Diversamente da Carlos Tavares, gli obiettivi imposti da Sergio erano vincolati dal complesso mondo economico, affrontato elaborando uno strategico progetto volto a eliminare le difficoltà incontrate nel percorso. Questa forma mentis ha portato a innumerevoli vittorie nel mercato internazionale, e anche se l’industria automobilistica italiana ha dovuto affrontare notevoli cambiamenti, Fiat ha saputo trasformarsi in un entità capace di affrontare le sfide del ventunesimo secolo.

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  • Finalmente un cambio di gestione per Stellantis! 🌟......
  • Carlos Tavares ha fallito miseramente nel guidare Stellantis... 😤...
  • La visione di Tavares sfida le previsioni tradizionali... 🤔...

un parallelo di promesse e realtà nel regno dell’auto elettrica

Entrambi i dirigenti si sono trovati di fronte a uno dei temi più discussi del settore automobilistico: la transizione verso le auto elettriche. Tavares ha promesso un futuro radioso, in cui Stellantis avrebbe dominato l’arena elettrica, competendo direttamente con colossi come Tesla. I fatti, tuttavia, raccontano una storia differente. Le previsioni di produzione e vendita di auto BEV (Battery Electric Vehicles) non sono state raggiunte, con Stellantis incapace di emergere come leader nell’elettrificazione. L’ambizioso obiettivo di produrre un milione di auto in Italia non è stato conseguito, e la produzione della Fiat 500 BEV si è fermata per la bassissima domanda. Al contrario, durante la direzione Marchionne, l’approccio era più misurato. Concentrandosi sul miglioramento delle sinergie esistenti, Fiat ha evitato di impegnarsi in promesse che non poteva mantenere a breve termine. Questa cautela ha permesso a Fiat di navigare attraverso le acque turbolente di un mercato in evoluzione, mantenendo la fedeltà dei consumatori e la rilevanza del marchio. Nel contesto delle promesse di Tavares, è evidente un’aspirazione ambiziosa verso una rapida transizione elettrica, ma il contesto e le risorse disponibili non hanno accompagnato l’entusiasmo. La realtà del business, governata da margini di profitto e sfide logistiche, ha riservato una doccia fredda a ciò che inizialmente sembrava un semplice cambiamento di paradigma.

una festa non pianificata: il ritorno alla realtà

Il capitolo di Tavares alla guida di Stellantis si è chiuso con dimissioni che lasciano riflettere sulla distanza tra ambizione e realizzazione. Una serie di promesse non mantenute diventa oggi un monito per osservare criticamente le proiezioni ottimistiche condivise senza una struttura solida a sostenerle. Nell’attuale mercato globale, la velocità del cambiamento tecnologico rappresenta una sfida complessa per chi aspira a rimanere al vertice. In parallelo, l’eredità di Marchionne ci ricorda l’importanza della pazienza e del pragmatismo. In un periodo di grande incertezza economica, è possibile mantenere un bilancio tra l’innovazione audace e una crescita sostenuta. La sua visione all’interno di un’industria costantemente in movimento ci insegna a valutare attentamente le scommesse aziendali, considerandone sia i rischi che i benefici a lungo termine. Nel contesto della moderna economia circolare, questa narrazione sottolinea l’importanza di un approccio consapevole e sostenibile per i consumatori di oggi. Essere “consumatori connessi” non significa solo apprezzare l’innovazione, ma anche comprendere la complessità della sua attuazione all’interno di un ecosistema sempre più verde. I consumatori consapevoli sono invitati a favorire scelte che supportino non solo efficiency of resources but anche equità e sostenibilità nel loro ciclo di vita. Esaminando queste considerazioni, si palesano due nozioni di rilievo: l’ottimizzazione della trasparenza nei meccanismi aziendali quale componente essenziale per il trionfo e la voce del consumatore come faro verso una piazza economica più giusta. Nell’economia globale odierna, è l’assunzione di decisioni consapevoli insieme alla responsabilità reciproca tra produttori e acquirenti a formare lo scheletro portante per un avvenire promettente e resistente.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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