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Tragedia e ingiustizia: morte sul lavoro e promesse non mantenute nella lotta al caporalato

L'ennesima morte di un lavoratore agricolo riaccende i riflettori sul caporalato. Decenni di leggi e fondi non utilizzati rischiano di lasciare migliaia di braccianti in condizioni disumane.
  • 200 milioni di euro del PNRR destinati ai comuni per affrontare la questione degli insediamenti informali non sono stati ancora utilizzati.
  • Solo 6.521 aziende agricole su oltre 120.000 sono iscritte alla Rete del lavoro agricolo di qualità.
  • Dal 2014, la Rete del lavoro agricolo di qualità ha avuto scarso successo nel selezionare imprese virtuose.

La lotta al caporalato in agricoltura rappresenta una delle sfide più complesse e persistenti nel panorama della difesa dei diritti dei lavoratori. Nonostante numerosi provvedimenti legislativi, tavoli tecnici, commissioni, protocolli, linee guida, commissari, decreti e circolari, i risultati ottenuti sono stati spesso scarsi e le iniziative si sono rivelate, nella maggior parte dei casi, lettera morta.

Il Fallimento delle Iniziative Legislative

Il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, uno dei magistrati più impegnati nella lotta allo sfruttamento, ha sottolineato che non servono nuove norme, né l’inasprimento delle pene. Basterebbe applicare quelle esistenti e fare prevenzione, partendo dall’eliminazione dei ghetti. L’ultimo provvedimento del governo riguarda proprio questi “insediamenti informali”.

Il prefetto di Latina, Maurizio Falco, è stato nominato commissario per il loro “superamento”, come previsto dal decreto legge 19 del 2 marzo 2024. La nomina, che doveva avvenire entro 30 giorni, è arrivata con un mese di ritardo. Falco ha dichiarato che la sua priorità è spendere i 200 milioni di euro del PNRR destinati ai Comuni per affrontare la questione degli insediamenti, fondi che finora non sono stati utilizzati.

Non è la prima volta che viene nominato un commissario per questo scopo. Con il “decreto Sud” 91 del 20 giugno 2017, erano stati nominati tre commissari per le aree di Manfredonia, San Ferdinando e Castel Volturno, ghetti grandi e indegni. I commissari, tra cui Iolanda Rolli, prefetto di Macerata, lamentarono la mancanza di personale, stanze e fondi, rendendo il loro lavoro impossibile. Dopo un anno, i commissari furono eliminati dal governo gialloverde e divennero prefetti di Caserta, Foggia e Reggio Calabria.

La Rete del Lavoro Agricolo di Qualità

Dal 2014, con il decreto legge 91, è stata istituita la Rete del lavoro agricolo di qualità presso l’INPS, con l’obiettivo di selezionare imprese agricole virtuose. Tuttavia, la Rete non includeva il Viminale. Due anni dopo, con la “legge anticaporalato” 199 del 29 ottobre 2016, la composizione è stata ampliata includendo il Ministero dell’Interno e creando sezioni territoriali e provinciali.

Attualmente, ci sono 48 sezioni su 107 tra province e città metropolitane, distribuite in tutte le regioni tranne Veneto, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Umbria, Abruzzo e Molise. Tuttavia, solo 6.521 aziende agricole su oltre 120.000 sono iscritte alla Rete, un numero esiguo che evidenzia la scarsa efficacia del provvedimento.

Stanziati 35 milioni di euro dal PNRR per il superamento degli insediamenti abusivi di migranti, con progetti in otto comuni siciliani. Il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione parlamentare sui 200 milioni di euro del PNRR non spesi per il superamento dei ghetti nei campi.

Il Caso di Satnam Singh

La tragica morte di Satnam Singh, un giovane bracciante indiano di 31 anni, ha riportato alla ribalta il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento dei lavoratori agricoli. Satnam, che lavorava nei campi di Latina, è stato vittima di un incidente sul lavoro, rimanendo agganciato a un macchinario avvolgiplastica a rullo trainato da un trattore. Nonostante le gravi ferite, i datori di lavoro non hanno chiamato immediatamente i soccorsi, portandolo invece a casa, dove è stato lasciato moribondo.

La vicenda ha suscitato indignazione nel mondo politico e ha riacceso l’attenzione sul fenomeno del caporalato. Alla Camera, le opposizioni hanno chiesto un’informativa della ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, sulla lotta al caporalato, definendo l’accaduto come “un atto gravissimo di vera barbarie”. La ministra ha assicurato l’impegno del governo a fornire assistenza alle autorità per accertare i fatti e punire i responsabili.

La senatrice del Pd, Susanna Camusso, ha presentato un’interrogazione urgente ai ministri Calderone e Lollobrigida, chiedendo di conoscere la strategia del governo in materia. Il sindaco di Latina, Matilde Celentano, ha commentato che l’episodio rappresenta una violazione dei diritti umani fondamentali e delle norme di sicurezza dei lavoratori.

Bullet Executive Summary

La lotta al caporalato in agricoltura è una questione complessa e di lunga data, caratterizzata da numerosi provvedimenti legislativi e iniziative che spesso non hanno raggiunto risultati concreti. Nonostante i fondi stanziati e le buone intenzioni, la mancanza di coordinamento e l’inefficacia nell’applicazione delle leggi hanno lasciato migliaia di lavoratori in condizioni di sfruttamento e vulnerabilità. La recente nomina di un nuovo commissario e lo stanziamento di ulteriori fondi rappresentano un’opportunità per un cambiamento, se accompagnati da una volontà politica e un’azione coordinata e incisiva.

In agricoltura, una nozione base è la rotazione delle colture, che prevede l’alternanza di diverse colture sullo stesso terreno per migliorare la fertilità e ridurre i parassiti e le malattie. Applicando questa logica al tema del caporalato, è importante adottare un approccio diversificato e sostenibile nella gestione delle risorse umane e delle politiche agricole.

Una nozione avanzata è l’agricoltura di precisione, che utilizza tecnologie avanzate come droni, sensori e l’analisi dei dati per ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare la produttività. Questo approccio potrebbe essere applicato anche alla gestione dei lavoratori agricoli, utilizzando strumenti tecnologici per monitorare le condizioni di lavoro e garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori.

La lotta al caporalato richiede un impegno costante e coordinato da parte di tutte le parti coinvolte. Solo attraverso un’azione concertata e l’applicazione efficace delle leggi sarà possibile garantire condizioni di lavoro dignitose e porre fine allo sfruttamento dei lavoratori agricoli.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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