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- Coinvolte 118mila imprese a rischio usura, con un aumento di 2.600 unità rispetto all'anno precedente.
- Aree metropolitane in crisi: Roma guida con 10.827 aziende, seguita da Milano e Napoli.
- Finanziamenti bancari in crollo: da 1.017 miliardi nel 2011 a 667 miliardi nel 2023.
Il fenomeno dell’usura, un tempo in calo, sta tornando a crescere in Italia, coinvolgendo quasi 118mila imprese. Questo preoccupante trend è stato evidenziato da recenti ricerche dell’Ufficio Studi della CGIA, che mostrano un aumento di oltre 2.600 unità rispetto all’anno precedente. Le aziende colpite sono principalmente artigiani, esercenti e piccoli imprenditori che, a causa dell’insolvenza, sono stati segnalati alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia. Questa “schedatura” impedisce loro di accedere a nuovi prestiti, esponendoli al rischio di cadere nelle mani degli usurai.
A livello provinciale, le aree metropolitane registrano il maggior numero di imprese insolventi. Al 30 giugno scorso, Roma guidava la classifica con 10.827 aziende, seguita da Milano con 6.834 e Napoli con 6.003. In termini percentuali, Benevento ha registrato il peggioramento più significativo con un aumento del 17,3% delle imprese in sofferenza. La situazione è particolarmente critica nel Sud Italia, dove si concentra il 33,6% delle aziende a rischio.
Il Reinvestimento dei Proventi dell’Usura
Mentre il Mezzogiorno è l’area più colpita dall’usura, i proventi di queste attività illegali vengono sempre più reinvestiti nel Nord Italia. Le indagini della Direzione Investigativa Antimafia rivelano che il denaro contante proveniente da attività criminali come l’usura viene utilizzato per investimenti in regioni settentrionali come Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Questo fenomeno sottolinea la complessità del problema, che non si limita a una questione regionale ma ha implicazioni economiche e sociali più ampie.
Il Fondo di prevenzione dell’usura, istituito con la legge n° 108/1996, rappresenta uno strumento cruciale per contrastare questo fenomeno. Dal 1998 al 2022, lo Stato ha erogato 711 milioni di euro ai Confidi e alle Fondazioni, garantendo finanziamenti per oltre 2 miliardi di euro. Tuttavia, secondo l’Ufficio Studi della CGIA, queste risorse sono insufficienti per far fronte alle crisi economiche che negli ultimi 15 anni hanno spinto molte attività sull’orlo del fallimento.
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Il Credit Crunch e le Sue Conseguenze
Dal 2011, i prestiti bancari alle imprese italiane sono crollati, passando da 1.017 miliardi di euro a 667 miliardi nel settembre 2023. Questa riduzione del credito, dovuta a vari fattori tra cui le restrizioni normative della BCE e la crisi del debito sovrano, ha spinto molti imprenditori verso l’insolvenza. In Veneto, ad esempio, i prestiti sono diminuiti da 100 miliardi a 65 miliardi in 12 anni, aumentando il numero di aziende segnalate alla Centrale dei Rischi.
La CGIA di Mestre ha ribadito la necessità di potenziare le risorse del Fondo di prevenzione dell’usura per sostenere le imprese in difficoltà. Il Fondo di solidarietà, inoltre, offre un’opportunità di reinserimento nell’economia legale per coloro che hanno denunciato gli usurai, attraverso mutui senza interessi.
Una Riflessione sulla Consapevolezza dei Consumatori
In un contesto economico complesso come quello attuale, è fondamentale che i consumatori siano consapevoli delle dinamiche che influenzano il mercato e le loro finanze personali. La difesa dei consumatori passa attraverso la conoscenza e la comprensione dei rischi associati all’usura e all’insolvenza. Essere informati permette di prendere decisioni più consapevoli e di evitare situazioni di vulnerabilità economica.
Un concetto avanzato di economia circolare applicabile a questo contesto è la capacità di rigenerare le risorse finanziarie attraverso strumenti di prevenzione e solidarietà. Questi fondi non solo aiutano a prevenire l’usura, ma promuovono anche un sistema economico più sostenibile e resiliente. Riflettendo su queste tematiche, possiamo comprendere l’importanza di un approccio integrato che coinvolga istituzioni, imprese e cittadini nella costruzione di un futuro economico più equo e sicuro.