Transizione ecologica in Italia: quali lavori ‘verdi’ stanno guidando il cambiamento?

L’Italia affronta una significativa sfida nel percorso verso la transizione ecologica. Pur avendo una crescita economica in stallo e salari bassi, il paese deve gestire un paradosso: circa un milione di posizioni lavorative qualificate restano scoperte. Dal rapporto di Confartigianato emerge che ci sono 828.000 esperti non ancora trovati che sono cruciali per guidare le PMI verso la sostenibilità. Questo problema di “mismatch” affligge soprattutto regioni industriali come Lombardia e Veneto, con una mancanza di competenze che arriva al 64% nel Trentino-Alto Adige.

I settori maggiormente in espansione ricercano gestori dell’energia, ingegneri ambientali e tecnici di manutenzione per il fotovoltaico. Questi profili sono vitali per affrontare le esigenze di un’economia in trasformazione, con stipendi che possono raggiungere i 60.000 euro annui per i gestori dell’energia e superare i 40.000 euro per i certificatori ambientali ed energetici. La richiesta per questi ruoli “verdi” cresce a un ritmo doppio rispetto ad altri.

Settori in Evoluzione e Competenze Necessarie

Particolarmente sotto pressione è il campo delle costruzioni, dove manca il 61% dei profili richiesti per coprire i posti vacanti. L’Unione Europea ha deciso che entro il 2030 ogni nuovo edificio dovrà garantire zero emissioni, rendendo essentiale la ricerca di progettisti di materiali edilizi sostenibili e installatori di tecnologie a basso impatto ambientale. Anche il settore dell’automobile, malgrado le difficoltà associabili ai veicoli elettrici, cerca esperti per l’assemblaggio e servizio di manutenzione. L’ambito dell’agricoltura biologica, dove l’Italia eccelle in Europa, richiede professionisti capaci di unire conoscenze tradizionali a nuovi knowhow digitali.

Per affrontare queste sfide, è imprescindibile una revisione dei sistemi di istruzione e formazione lavorativa. È vitale che vi sia una sinergia tra il mondo accademico e quello aziendale per rendere i giovani pronti alle nuove opportunità lavorative. Reinventando i servizi per l’impiego attraverso un consistente rafforzamento dell’offerta formativa in tali comparti emergenti, insieme al lavoro cooperativo tra settori pubblico e privato, si può colmare la discrepanza di abilità nel green job market.

Il Ruolo delle Aziende nella Sostenibilità

Una testimonianza di impresa orientata alla sostenibilità viene da DIFE Spa, azienda toscana attiva nel settore della gestione dei rifiuti industriali. DIFE ha messo in campo tecnologie innovative come il separatore balistico, potenziando il recupero efficiente dei materiali; ha inoltre rinnovato la propria flotta rendendo l’80% dei veicoli tramite standard Euro 6 e inaugurando un impianto solare che supporta il 30% del loro fabbisogno energetico.

DIFE investe particolarmente nella valorizzazione delle risorse umane rafforzandone le competenze e implementando politiche incentivanti. L’azienda è lodevole per il proprio coinvolgimento in iniziative locali come “Dife for Kids”, promosso per sensibilizzare le nuove generazioni sulla giusta pratica di difersificazione dei rifiuti, collaborando inoltre con Legambiente per progetti urbani di riforestazione.

Verso un Futuro Sostenibile: Opportunità e Sfide

Agire in maniera concreta è fondamentale oltre alle mere parole quando si discute di sostenibilità. ENEA, l’Agenzia italiana per le nuove energie e lo sviluppo sostenibile, incoraggia le nuove generazioni a partecipare nella transizione energetica. Contributi come programmi formativi e campagne di sensibilizzazione puntano a dare ai giovani i mezzi per meglio risparmiare energia e indirizzarli verso occupazioni sostenibili.

Le professioni nelle risorse rinnovabili espandono l’offerta con profili ricercati come i tecnici fotovoltaici e i consulenti energetici: sono concrete opportunità per i giovani che vogliono vedere nell’ambito ambientale una carriera appassionante ricca di competenze specifiche.

Conclusione: Un Impegno Collettivo per un Futuro Sostenibile

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