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- Nel 2023, 94,6 milioni di persone nell'UE erano a rischio di povertà.
- La Calabria ha un tasso di povertà del 48,6%, molto al di sopra della media UE del 21%.
- Cinque regioni UE hanno tassi di rischio inferiori al 10%, mostrando enormi disparità.
Nel 2023, il panorama socio-economico dell’Unione Europea ha mostrato segnali di allerta, con 94,6 milioni di persone, pari al 21,4% della popolazione, a rischio di povertà o esclusione sociale. Sebbene si noti un lieve miglioramento rispetto al 2022, quando la cifra era di 95,3 milioni, la situazione rimane critica. Di questi, 71,9 milioni erano a rischio di povertà, mentre 5,5 milioni vivevano in condizioni di estrema vulnerabilità, affrontando gravi privazioni materiali e sociali e appartenendo a famiglie con bassa intensità lavorativa.
L’analisi demografica rivela che i bambini sono il gruppo più vulnerabile, con un rischio maggiore rispetto agli adulti e agli anziani. In nazioni come Slovacchia e Spagna, il tasso di rischio per i bambini supera di oltre otto punti percentuali quello degli altri segmenti di età. Al contrario, in Danimarca e Finlandia, sono gli adulti in età lavorativa a essere maggiormente esposti.
La Calabria: un caso emblematico di povertà nell’UE
La Calabria emerge come la regione più povera dell’Unione Europea, con quasi la metà della popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale. Con un tasso del 48,6%, la regione italiana supera di gran lunga la media europea del 21%. Solo i territori d’oltremare francesi mostrano dati peggiori. Anche altre regioni italiane come Campania (44,4%) e Sicilia (41,4%) registrano percentuali preoccupanti, mentre Sardegna (32,9%), Puglia (32,2%) e Abruzzo (28,6%) si mantengono sopra la media europea.
Il contrasto tra Nord e Sud Italia è evidente: regioni settentrionali come Emilia-Romagna (7,4%) e la provincia autonoma di Bolzano (5,8%) presentano tassi di rischio significativamente inferiori, evidenziando una profonda spaccatura socio-economica nel paese.
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Distribuzione geografica del rischio di povertà in Europa
Nel 2023, la distribuzione del rischio di povertà o esclusione sociale nell’UE è stata lontana dall’essere omogenea. Circa il 40% delle regioni europee ha mostrato tassi uguali o superiori alla media dell’Unione Europea. In 19 regioni, il rischio ha oltrepassato il 35%; molti di questi territori si trovano in Bulgaria, nel sud-ovest della Grecia, nell’area meridionale della Spagna, nelle regioni ultraperiferiche della Francia, nel sud Italia e nell’est e sud della Romania.
In contrasto, cinque regioni hanno mostrato tassi inferiori al 10%, tra cui le capitali di Cechia e Polonia e alcune regioni dell’Italia settentrionale. Questo divario evidenzia la necessità di politiche mirate per affrontare le disuguaglianze regionali e promuovere un’economia più equa e sostenibile.
Verso un futuro più equo e sostenibile
Il rapporto di Eurostat evidenzia la necessità di interventi strutturali per ridurre il rischio di povertà e promuovere l’inclusione sociale. Le disparità regionali e demografiche richiedono un approccio integrato che consideri le specificità locali e le esigenze delle diverse fasce di popolazione.
In un contesto così complesso, è fondamentale comprendere il concetto di economia circolare, che mira a ridurre gli sprechi e a promuovere il riutilizzo delle risorse. Questo approccio può contribuire a creare nuove opportunità economiche e a migliorare la qualità della vita delle persone a rischio di povertà.
Inoltre, la consapevolezza dei consumatori gioca un ruolo cruciale. Essere informati sui propri diritti e sulle dinamiche economiche può aiutare i cittadini a prendere decisioni più consapevoli e a partecipare attivamente alla costruzione di una società più equa.
Riflettendo su questi temi, è evidente che il cammino verso un’Europa più inclusiva richiede l’impegno di tutti: governi, istituzioni, imprese e cittadini. Solo attraverso una collaborazione sinergica possiamo sperare di superare le sfide attuali e costruire un futuro migliore per le generazioni future.