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- Il trattato sulla plastica ha visto la partecipazione di 175 Paesi, ma non è stato raggiunto un accordo finale.
- Delegazioni di Messico e Ruanda, rappresentanti rispettivamente di 95 e 85 Paesi, hanno chiesto misure globali vincolanti.
- Oltre 100 Stati membri chiedono la riduzione della produzione di plastica e il divieto di sostanze chimiche tossiche.
Il recente incontro a Busan, Corea del Sud, ha visto riunirsi le delegazioni di 175 Paesi per discutere un trattato globale sulla plastica, un’iniziativa giuridicamente vincolante volta a combattere l’inquinamento da plastica, anche in ambienti marini. Tuttavia, l’accordo non è stato raggiunto, principalmente a causa delle divergenze su questioni chiave come il tetto alla produzione di plastica. Nonostante i progressi, il presidente dell’INC, Luis Vayas, ha sottolineato la necessità di ulteriori discussioni, rinviando i negoziati al 2025. Questo rinvio solleva interrogativi sul ruolo del multilateralismo nel contesto ambientale globale.Inger Andersen, Direttrice esecutiva dello UN Environment Programme, ha espresso un cauto ottimismo, evidenziando i progressi nella comprensione delle posizioni dei vari Paesi. Tuttavia, Eirik Lindebjerg del WWF ha sottolineato che semplicemente aggiungere incontri non risolverà il problema. La complessità del processo negoziale, che richiede consenso unanime, ha visto una notevole attenzione alle procedure, spesso utilizzate come strumento di ostruzionismo da parte di alcuni Stati.
Le Divergenze e le Linee Rosse
Durante i negoziati, le delegazioni di Messico e Ruanda, rappresentanti di 95 e 85 Paesi rispettivamente, hanno richiesto un trattato forte che includesse misure globali vincolanti e l’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose. Tuttavia, i petrostati come Arabia Saudita, Iran e Russia, attraverso il Kuwait, hanno espresso resistenza, sottolineando che l’obiettivo è combattere l’inquinamento da plastica, non la plastica stessa. Secondo il Center for International Environmental Law, nonostante l’ostruzionismo, l’impulso globale per un trattato solido si è intensificato, con oltre 100 Stati membri che chiedono misure concrete per ridurre la produzione di plastica e vietare gli elementi chimici tossici. La posizione di Cina e Stati Uniti, principali produttori mondiali di plastica, rimane incerta.
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Prospettive Future e Sfide Procedurali
La seconda parte dell’INC-5 è prevista per il 2025, con alcuni delegati che preferirebbero un incontro entro la prima metà dell’anno per mantenere lo slancio di Busan. Tuttavia, sarà necessario molto lavoro per raggiungere un accordo. David Azoulay di Environmental Health ha criticato l’uso strumentale del consenso per bloccare i progressi, mentre Graham Forbes di Greenpeace USA ha esortato gli Stati membri a superare l’influenza dei combustibili fossili e l’ostruzionismo per raggiungere un accordo efficace.
Conclusione: Un Passo Verso il Futuro
La complessità dei negoziati sul trattato globale sulla plastica riflette le sfide del multilateralismo in un contesto globale sempre più interconnesso. La necessità di un accordo vincolante è evidente, ma richiede compromessi e una visione condivisa. Il futuro del trattato dipenderà dalla capacità dei Paesi di superare le divergenze e lavorare insieme per un obiettivo comune. Nel contesto della difesa dei consumatori, è fondamentale comprendere che le decisioni prese a livello internazionale influenzano direttamente la nostra vita quotidiana. La consapevolezza delle implicazioni ambientali delle nostre scelte di consumo è un primo passo verso un cambiamento positivo. Inoltre, un approccio più avanzato implica la partecipazione attiva nei processi decisionali, sostenendo politiche che promuovano l’economia circolare e riducano l’impatto ambientale. Riflettendo su questi temi, possiamo chiederci come le nostre azioni individuali possano contribuire a un cambiamento globale. La comprensione di sé e la dedizione personale si configurano come mezzi efficaci nel determinare decisioni politiche e nel favorire uno sviluppo sostenibile per il futuro.