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- Prezzi al consumo aumentati del 17,3% tra gennaio 2021 e dicembre 2023, mentre le retribuzioni contrattuali sono cresciute solo del 4,7%.
- Potere d'acquisto delle retribuzioni in Italia diminuito del 4,5% tra il 2013 e il 2023, mentre in Germania è cresciuto del 5,7%.
- Aumento dei prezzi alimentari del 17% annuo e delle utenze del 9%, colpendo duramente le famiglie a basso reddito.
Dagli anni ’80 non si vedeva un’ondata di rincari così impetuosa. A partire dal 2022, l’inflazione ha travolto il mondo come un uragano, lasciando una scia di prezzi alle stelle e portafogli vuoti. Le cause di questo fenomeno sono molteplici: la guerra in Ucraina, l’impennata del prezzo dell’energia e le politiche monetarie espansive per fronteggiare la pandemia del Coronavirus hanno creato un mix esplosivo che ha fatto schizzare alle stelle i costi di beni e servizi. Le conseguenze? Un disastro per i nostri investimenti, soprattutto per i nostri risparmi. L’inflazione colpisce quell’asset class che molti considerano più sicuro: il contante. Tenere soldi sotto il materasso non è un’illusoria sicurezza.
La tassa dell’inflazione: un peso insostenibile per le famiglie italiane
Tra il 2013 e il 2023, il potere d’acquisto delle retribuzioni in Italia è diminuito del 4,5%, mentre nelle altre maggiori economie dell’UE27 è cresciuto a tassi tra l’1,1% della Francia e il 5,7% della Germania. L’aumento dei prezzi, trainato dal rincaro dei beni energetici, è stato più accentuato per le famiglie a basso reddito. La “tassa dell’inflazione” colpisce più duramente chi ha meno possibilità di difendersi: le famiglie meno abbienti devolvono una quota maggiore della loro spesa per alcune categorie di beni e servizi i cui prezzi sono cresciuti di più, come i consumi alimentari. Le famiglie povere sono esposte in modo sproporzionato all’aumento dei prezzi del cibo (+17% annuo) e delle utenze (affitti, acqua, luce) che hanno registrato un aumento del 9%.
Il crollo del potere d’acquisto e la riduzione dei risparmi
L’erosione dei risparmi ha inciso molto per le famiglie italiane. Nel triennio 2021-2023, le retribuzioni contrattuali orarie sono cresciute a un ritmo inferiore rispetto ai prezzi, con una differenza marcata nel 2022 (7,6 punti percentuali). Tra gennaio 2021 e dicembre 2023, i prezzi al consumo sono aumentati del 17,3%, mentre le retribuzioni contrattuali sono cresciute solo del 4,7%. Alla fine del 2023, la dinamica delle retribuzioni è tornata a superare i prezzi, grazie alla continua decelerazione dell’inflazione. Tuttavia, la media annuale della crescita salariale è stata inferiore ai prezzi. Le retribuzioni contrattuali orarie nel 2023 sono aumentate del 2,9%, un rafforzamento rispetto al 2022 (1,1%), mentre i prezzi al consumo, in decelerazione, hanno segnato una crescita del 5,9%.
La propensione al risparmio delle famiglie italiane al minimo storico
La capacità di accantonare delle famiglie italiane ha toccato un valore basso, scendendo al 6,3%. Dal 2010, la capacità di risparmiare delle famiglie italiane è sempre stata sotto il 9%, con l’eccezione del biennio pandemico 2020-2021, quando la propensione all’accantonamento è tornata a salire fino al 15,6% e al 13,6%. Nonostante il reddito disponibile delle famiglie consumatrici sia aumentato del 4,7%, la capacità di spesa degli italiani si è ridotta dello 0,5% a causa del forte aumento dei prezzi al dettaglio. L’aumento delle imposte correnti pagate dalle famiglie ha influito sulla riduzione dei redditi italiani: 24,6 miliardi di euro (+10,7% rispetto al 2022) per la crescita dell’Irpef (+10,2%) e delle ritenute sui redditi da capitale e sul risparmio gestito (+23%).
Bullet Executive Summary
In conclusione, l’inflazione ha avuto un impatto devastante sui risparmi degli italiani, erodendo il potere d’acquisto e riducendo la capacità di risparmio delle famiglie. La “tassa dell’inflazione” ha colpito più duramente le famiglie a basso reddito, costringendole a intaccare i risparmi per mantenere lo stesso livello di vita. Tuttavia, è possibile adottare strategie per mitigare gli effetti peggiori dell’inflazione e proteggere il proprio denaro a lungo termine. Ad esempio, scegliere prodotti di risparmio che generano interessi o investire parte dei risparmi può aiutare a contrastare l’erosione del potere d’acquisto.
*Nozione base di difesa consumatori: È importante essere consapevoli dell’impatto dell’inflazione sui propri risparmi e adottare misure preventive per proteggere il proprio patrimonio. Monitorare l’andamento dei prezzi e dei tassi di interesse può aiutare a prendere decisioni finanziarie più informate.
Nozione avanzata di difesa consumatori*: Investire in prodotti finanziari diversificati, come ETF e fondi indicizzati, può offrire una protezione maggiore contro l’inflazione rispetto ai conti di risparmio tradizionali. Tuttavia, è essenziale comprendere i rischi associati a questi investimenti e non investire più di quanto si possa permettere di perdere.
In definitiva, la consapevolezza e la pianificazione finanziaria sono strumenti fondamentali per affrontare le sfide economiche poste dall’inflazione.