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Csrd e imprese italiane: come cambia la rendicontazione di sostenibilità

L'Italia adotta la direttiva europea CSRD, imponendo nuove regole di rendicontazione per le aziende. Scopri come queste norme ridefiniscono la trasparenza e la governance aziendale.
  • Il decreto legislativo 125/2024 recepisce la CSRD in Italia.
  • Obblighi di rendicontazione estesi a grandi imprese e PMI quotate.
  • Introduzione del concetto di doppia materialità nella reportistica aziendale.
  • Limitazione della garanzia esterna ai soli revisori legali, sollevando preoccupazioni sui costi.

Il 25 settembre 2024 segna un momento cruciale per l’Italia con l’entrata in vigore del decreto legislativo 125/2024, che recepisce la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) dell’Unione Europea. La direttiva costituisce un importante progresso verso un maggiore approfondimento delle pratiche aziendali, stabilendo requisiti di disclosure su questioni ambientali, sociali e di governance (ESG). La CSRD sostituisce la precedente direttiva NFRD, ampliando il numero di aziende coinvolte e le metriche di sostenibilità da rendicontare. Con questo decreto, l’Italia si allinea agli obiettivi europei di promuovere la finanza sostenibile e di garantire una rendicontazione più dettagliata e affidabile delle attività aziendali.

Obblighi e sfide per le imprese italiane

Il recepimento della CSRD introduce obblighi di rendicontazione di sostenibilità che si applicano a tutte le grandi imprese e alle PMI quotate nei mercati regolamentati dell’Unione Europea. Le aziende devono fornire informazioni dettagliate sul loro modello di business, strategia aziendale, rischi e opportunità legati alla sostenibilità, e obiettivi specifici, come la riduzione delle emissioni. Inoltre, devono dimostrare come tengono conto delle esigenze degli stakeholder e descrivere le loro politiche di governance e incentivi legati alla sostenibilità. La direttiva introduce il concetto di doppia materialità, chiedendo alle aziende di riportare non solo come gli elementi ESG influenzino sulle loro operazioni, ma anche l’effetto delle attività aziendali su ambiente e società.

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Un mercato aperto e diversificato per la rendicontazione di sostenibilità

Una delle principali controversie emerse riguarda la scelta del governo italiano di limitare la possibilità di fornire il servizio di garanzia esterna della rendicontazione di sostenibilità ai soli revisori legali iscritti al Registro. Questa decisione ha sollevato preoccupazioni tra le imprese, che temono un aumento dei costi e una riduzione della concorrenza. In altri paesi europei, come Francia e Spagna, è stata concessa la possibilità anche agli organismi di certificazione accreditati di validare i bilanci di sostenibilità, dimostrando che non ci sono ostacoli reali alla liberalizzazione del mercato. La Commissione europea auspica un mercato più aperto e diversificato, per migliorare la qualità della revisione e mitigare il rischio di concentrazione del mercato delle revisioni.

Conclusioni e riflessioni future

Il recepimento della CSRD in Italia rappresenta un passo fondamentale verso una maggiore trasparenza e responsabilità aziendale. Tuttavia, per garantire un reporting efficace, le imprese devono strutturarsi in modo giuridico e organizzativo, permettendo loro di agire conformemente agli standard di sostenibilità europei. La semplice rendicontazione non è sufficiente: l’assenza di un rinnovamento adeguato dei processi aziendali e organizzativi comporta il pericolo di trasformare l’iniziativa di sviluppo sostenibile in un semplice atto formale.

In un contesto sempre più connesso e interdipendente, la difesa dei consumatori e la promozione di un’economia circolare diventano essenziali. La CSRD offre un’opportunità per le imprese di dimostrare il loro impegno verso la sostenibilità e di costruire fiducia con i consumatori. Tuttavia, è fondamentale che le aziende vadano oltre la conformità normativa e integrino la sostenibilità nel loro DNA aziendale. Solo così potranno contribuire a un futuro più sostenibile e prospero per tutti.

Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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