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- Ogni anno vengono sprecati quasi 400 exajoule di energia, pari a due terzi del totale dell'energia primaria nel sistema.
- I sussidi ai combustibili fossili ammontavano a 7.000 miliardi di dollari nel 2022, pari al 7,1% del Pil mondiale.
- La domanda mondiale di petrolio aumenterà di 1,8 milioni di barili giornalieri fino a raggiungere i 101,9 milioni di barili giornalieri nel 2023.
L’industria del petrolio rappresenta uno dei settori più controversi e complessi del panorama energetico globale. Secondo un recente studio del Rocky Mountain Institute (RMI), le centrali elettriche a combustibili fossili e i motori a combustione interna sono responsabili di metà dello spreco energetico mondiale. Questo fenomeno è particolarmente preoccupante se si considera che ogni anno vengono sprecati quasi 400 exajoule (EJ) di energia, pari a due terzi del totale dell’energia primaria nel sistema.
La produzione e la distribuzione di combustibili fossili bruciano 177 EJ all’anno, mentre il trasporto e l’utilizzo ne consumano rispettivamente 19 EJ e 183 EJ. Questo spreco energetico si traduce in un costo finanziario enorme, stimato in circa 600 dollari per abitante della Terra, ovvero il 40% dell’intera spesa globale per l’energia.
Sussidi ai Combustibili Fossili: Un Peso Economico e Ambientale
Un altro aspetto critico del settore petrolifero riguarda i sussidi ai combustibili fossili. Nel 2022, questi sussidi ammontavano a 7.000 miliardi di dollari, pari al 7,1% del Pil mondiale. Di questi, i sussidi espliciti, che abbassano i costi di approvvigionamento, sono raddoppiati dal 2020, passando da 0,5 trilioni di dollari a 1,3 trilioni. Tuttavia, l’82% dei sussidi è costituito da esternalità negative, ovvero costi economici e sociali indiretti come il riscaldamento globale, la congestione del traffico e l’inquinamento atmosferico locale.
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede che una riforma completa dei prezzi dei combustibili fossili, con l’eliminazione dei sussidi espliciti e l’imposizione di tasse correttive come la carbon tax, potrebbe ridurre le emissioni globali di CO2 del 43% rispetto ai livelli del 2030. Inoltre, questa riforma genererebbe entrate pari a circa il 3,6% del Pil mondiale, che potrebbero essere utilizzate per ridurre le tasse sul lavoro, contribuire alla sostenibilità del debito e finanziare investimenti produttivi.
Il Petrolio e la Stagflazione: Miti e Realtà
Nonostante le preoccupazioni per un possibile ritorno alla stagflazione degli anni ’70 a causa dell’aumento dei prezzi del petrolio, gli esperti ritengono che il mondo sviluppato possa gestire un greggio più costoso senza stress eccessivi. Tre sono i principali motivi: l’intensità energetica è inferiore rispetto agli anni ’70, i settori economici sono cambiati e il prezzo del petrolio rispetto agli asset azionari è meno problematico.
Dal 1973 al 2019, il volume di petrolio consumato per unità di prodotto interno lordo è diminuito del 56%. Inoltre, il peso dei settori legati alle materie prime nell’S&P500 è drasticamente cambiato, passando dall’86% nel 1976 all’attuale 8%. Questo cambiamento è stato guidato dalla trasformazione digitale e dalla riduzione del peso dei settori tradizionali a favore dei settori tecnologici.
Prospettive Future: Domanda e Offerta di Petrolio
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), la domanda mondiale di petrolio continuerà ad aumentare nel 2024, ma a un ritmo dimezzato rispetto al 2023. Questo rallentamento è dovuto a una crescita del Pil inferiore alle attese, a miglioramenti nell’efficienza energetica e alla diffusione dei veicoli elettrici. La produzione mondiale di petrolio aumenterà di 1,8 milioni di barili giornalieri fino a raggiungere i 101,9 milioni di barili giornalieri nel 2023.
Tuttavia, il continuo aumento della produzione e il rallentamento della crescita della domanda complicheranno gli sforzi dei principali produttori per difendere la loro quota di mercato e mantenere i prezzi del petrolio.
Bullet Executive Summary
In conclusione, il settore petrolifero rappresenta una sfida complessa e multifattoriale nel panorama energetico globale. Lo spreco energetico, i sussidi ai combustibili fossili e le dinamiche di domanda e offerta sono tutti elementi che richiedono una riflessione profonda e azioni concertate per promuovere un’economia più sostenibile e meno dipendente dalle fonti fossili.
Nozione base di difesa consumatori: È fondamentale che i consumatori siano consapevoli dell’impatto ambientale ed economico delle loro scelte energetiche. Promuovere l’uso di energie rinnovabili e l’efficienza energetica può ridurre significativamente lo spreco e i costi associati ai combustibili fossili.
Nozione avanzata di economia circolare: L’adozione di un modello di economia circolare nel settore energetico può contribuire a ridurre lo spreco di risorse e promuovere un uso più efficiente e sostenibile dell’energia. Questo approccio non solo riduce l’impatto ambientale, ma può anche generare nuove opportunità economiche e migliorare la resilienza delle economie globali.