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Negozi in crisi: come salvare il commercio di prossimità?

Il commercio tradizionale italiano è in declino, con quasi 118.000 negozi al dettaglio chiusi tra il 2012 e il 2024. Scopri le cause e le strategie per invertire la tendenza.
  • Tra il 2012 e il 2024 chiusi quasi 118.000 negozi al dettaglio.
  • Le banche hanno ridotto gli sportelli del 35,5% tra 2015 e 2023.
  • Aumento del 41,4% di nuove imprese straniere.

Ecco l’articolo in formato HTML:

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Il Declino del Commercio Tradizionale: Un’Analisi Approfondita

La *desertificazione commerciale* sta erodendo il tessuto economico e sociale dei centri urbani italiani, con conseguenze tangibili sulla vivibilità e sulla sicurezza delle città. Un recente studio di Confcommercio, basato sui dati del centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, rivela un quadro allarmante: tra il 2012 e il 2024, quasi 118.000 negozi al dettaglio sono scomparsi in Italia, segnando un decremento del 21,4%. A questi si aggiungono 23.000 attività di commercio ambulante in meno, con un calo del 24,4%.

In Sicilia, ad esempio, nei comuni capoluogo e in altre importanti città come Gela e Marsala, si è registrata la chiusura di 1.505 attività commerciali al dettaglio nei centri storici, passando da 5.862 nel 2012 a 4.357 nel 2024. Nelle zone non centrali, il calo è stato di 2.821 attività, da 15.488 a 12.667. Alessandria, in Piemonte, si posiziona come la quinta città italiana più colpita, con una diminuzione del 31,1% dei negozi in soli dodici anni.

Le Cause del Declino e le Controtendenze

Diversi fattori contribuiscono a questa crisi. L’avvento dell’e-commerce, con una quota di mercato dell’11% per i beni e del 17% per i servizi nel 2024, ha indubbiamente spostato una parte significativa degli acquisti verso piattaforme online. La chiusura degli sportelli bancari, con una riduzione del 35,5% tra il 2015 e il 2023 (da 8.026 a 5.173), aggrava ulteriormente la situazione, privando le aree urbane di un presidio fondamentale.

Tuttavia, non mancano segnali di controtendenza. Le attività di alloggio e ristorazione sono in crescita, con un aumento di 18.500 unità. Anche le nuove imprese straniere mostrano una forte espansione (+41,4%), a differenza di quelle a titolarità italiana (+3,1%). Questo si riflette anche sull’occupazione, con gli addetti stranieri nel commercio, alloggio e ristorazione che rappresentano il 39% del totale (+155.000 addetti).

Strategie di Riqualificazione Urbana e Supporto al Commercio di Prossimità

Di fronte a questa sfida, è imperativo adottare strategie mirate per riqualificare le economie urbane e sostenere il commercio di prossimità. Confcommercio ha lanciato il progetto “Cities”, che propone interventi in cinque aree chiave: rigenerazione dello spazio pubblico e dei quartieri, mobilità e logistica sostenibili, patti locali per la riapertura dei negozi sfitti, gestione collettiva della “Città bene comune” e politiche per gli investimenti in digitalizzazione.

L’amministrazione comunale di Alessandria, ad esempio, punta sulla riqualificazione urbana, la tutela del decoro e l’organizzazione di eventi di qualità per attrarre visitatori. Si prevede inoltre di intervenire sulla ZTL, cercando un equilibrio tra le esigenze del commercio e della popolazione.

Un Futuro Possibile: Innovazione e Relazione Umana

La sfida è ripensare e reinventare il commercio locale, sfruttando le opportunità offerte dalla tecnologia senza perdere di vista il valore della relazione umana. Come sottolinea Vittorio Ferrari, presidente provinciale di Confcommercio, il commercio tradizionale ha un bene inestimabile: la relazione con il cliente. È su questo concetto che devono essere costruite le politiche di governo della città, affinché la salvaguardia delle attività commerciali diventi una priorità.

Per evitare che le città si trasformino in deserti commerciali, è necessario un impegno congiunto di istituzioni, imprese e cittadini. Solo così sarà possibile preservare la vivibilità, la sicurezza e la coesione sociale dei nostri centri urbani.

Riscoprire il Valore del Commercio di Prossimità: Un Imperativo Sociale

Amici lettori, riflettiamo un attimo. Dietro ogni saracinesca abbassata, dietro ogni vetrina spenta, c’è una storia, un’attività, una persona che contribuisce a rendere viva la nostra comunità. Sostenere il commercio di prossimità non è solo un atto economico, ma un gesto di responsabilità sociale.

Una nozione base di difesa del consumatore ci ricorda che la concorrenza è un motore di innovazione e di qualità. Un tessuto commerciale diversificato e vivace offre ai consumatori una scelta più ampia, prezzi competitivi e servizi personalizzati.

Ma c’è di più. Una nozione avanzata ci invita a considerare il commercio locale come un elemento fondamentale dell’economia circolare. Acquistare prodotti e servizi a km 0 riduce l’impatto ambientale dei trasporti, sostiene le filiere locali e valorizza le tradizioni del territorio.

Allora, la prossima volta che avremo bisogno di qualcosa, pensiamoci un attimo. Forse, invece di affidarci alla comodità di un click, potremmo fare un giro nel nostro quartiere, scoprire un nuovo negozio, scambiare due chiacchiere con il commerciante. Potremmo riscoprire il piacere di un acquisto consapevole, che fa bene a noi e alla nostra comunità. Non dimentichiamoci che il futuro delle nostre città dipende anche dalle nostre scelte quotidiane.

Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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