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- Dal 2012 al 2023, il numero di negozi al dettaglio è diminuito del 20,2%, passando da 551.317 a 439.805.
- La chiusura dei distributori di carburante ha raggiunto il 40%, seguita dai negozi di libri e giocattoli con il 35% e dalle ferramenta con il 34%.
- Una filiale bancaria su tre ha chiuso dal 2012, lasciando 4,4 milioni di italiani senza accesso a una banca.
Il commercio non è solo un luogo dove si compra e si vende merce; è anche sinonimo di vita, sicurezza, socialità e turismo. La desertificazione commerciale ha colpito duramente l’Italia, con 111mila saracinesche abbassate tra il 2012 e il 2023. Questo fenomeno non rappresenta solo un problema per i commercianti, ma anche per i centri storici e i piccoli borghi dello Stivale. Le insegne spente spingono allo spopolamento, aggravando problemi come la chiusura degli sportelli bancari e le difficoltà nell’installare una rete Internet ultraveloce, contribuendo alla depressione economica e sociale di molte zone del paese.
La denuncia arriva dall’assemblea generale di Confcommercio, dove è intervenuto il presidente Sergio Mattarella, proponendo possibili soluzioni come il potenziamento del welfare, delle infrastrutture e della digitalizzazione. Meno convincente è stata la proposta del numero uno di Confcommercio, Carlo Sangalli, che ha rilanciato l’idea di una tassa sulle piattaforme digitali.
Numeri e Impatti della Desertificazione Commerciale
I numeri della desertificazione commerciale sono forniti dall’Ufficio Studi di Confcommercio. Il commercio al dettaglio in sede fissa è passato dai 551.317 negozi del 2012 ai 439.805 del 2023, segnando un calo del 20,2%, pari a 111.512 negozi in meno. In un decennio, un esercizio su cinque ha chiuso i battenti senza riaprirli. Questo trend riguarda in particolare i centri storici e i piccoli borghi dell’entroterra, come quelli delle Alpi e degli Appennini. I distributori di carburante sono crollati del 40%, le attività di rivendita di libri e giocattoli del 35%, le ferramenta del 34% e l’abbigliamento del 25%. Resistono invece i ristoranti, le farmacie e i servizi di riparazione di computer e telefonia. Nelle grandi città, nonostante i prezzi in salita degli affitti, crescono gli alberghi, i B&B e i servizi di alloggio (+42%).
Nelle aree interne, oltre a quanto segnalato da Confcommercio, bisogna tener presente altri due fenomeni che vanno a braccetto con la desertificazione commerciale: la chiusura degli sportelli bancari e la difficoltà nell’insediamento della banda ultra-larga e del 5G. Dal 2012 a oggi ha chiuso una filiale su tre. Sono 4,4 milioni gli italiani che vivono in Comuni senza una banca, mentre altri 6 milioni vivono in luoghi dove c’è un solo sportello. Il presidente dell’associazione delle banche (Abi), Antonio Patuelli, ha spiegato che “nelle aree oggetto di spopolamento del territorio, le banche non sono i primi esercizi commerciali a chiudere; prima lo hanno fatto negozi, bar e alimentari”.
Le Soluzioni Proposte da Mattarella e Sangalli
Affrontare il problema della desertificazione commerciale diventa imperativo non solo per gli affari dei negozianti, ma anche per salvare il “senso di Italia”, come sottolineato dal presidente Mattarella. Questo senso porta milioni di cittadini stranieri a visitare le nostre bellezze. Mattarella ha evidenziato che c’è un rapporto diretto tra insediamenti abitativi e servizi. La bellezza italiana, espressione della nostra cultura, ha bisogno di luoghi vivi, presenze intergenerazionali, creatività e progettualità. Gli esercizi commerciali di prossimità sono presidi economici e agenzie sociali: luoghi di incontro, di relazione e di amicizia. Senza di essi, gli anziani diventano soli e i giovani perdono punti di aggregazione.
La densità commerciale, ha sottolineato Mattarella, suggerisce la salute dell’economia e la vivacità dei nostri centri. È un contributo indispensabile alla tutela e allo sviluppo del “senso di Italia” che trova nel turismo un formidabile elemento promozionale, sviluppando attenzione e interesse verso il nostro modo di vivere, i nostri prodotti, la nostra cultura e i nostri paesaggi. La desertificazione commerciale rischia di diventare un colpo duro per il turismo e l’export, che trainano la nostra economia e il nostro benessere. L’Italia è il primo Paese dell’Unione Europea per numero di notti passate da turisti provenienti da altri continenti.
Mattarella ha messo sul tavolo alcune soluzioni: “Lo sviluppo tecnologico e digitale, insieme a un’efficiente organizzazione del welfare, possono potenziare il turismo interno ed esterno”. A queste idee, sposate da Confcommercio, si affianca il rilancio della Global Minimum Tax sulle attività delle piattaforme online, proposta da Carlo Sangalli. Secondo Sangalli, “non è equo e giusto che un imprenditore debba pagare tutte le tasse subito, mentre questo non vale per le grandi piattaforme digitali”.
Il Ruolo del Commercio nella Società Italiana
Il commercio ha radici antiche nella civiltà europea e costituisce un pilastro del modello sociale del nostro continente, nonché un motore decisivo dell’economia. È un elemento generativo della società moderna. L’Italia dei Comuni e delle libertà comunali deve molto ai mercanti, che saldavano aspirazioni di autonomia con quelle di progresso sociale rispetto al feudalesimo, dell’innovazione e della nascita delle città. Dai mercanti nascono i primi servizi postali e di trasporto, la logistica, gli strumenti finanziari, l’esercizio del credito, le lettere di cambio, le assicurazioni e le banche.
Il commercio è anche scelta per i consumatori e capacità di corrispondere ai bisogni delle persone e delle famiglie. È valore: dà valore alle cose e all’innovazione. La circolazione di consumi, costumi e idee accompagna la crescita delle persone, alimentando l’accesso ai beni e la società del benessere. L’Italia, conosciuta con la Repubblica dopo la Liberazione, è una società garantita dalla pace e dall’Europa con la realizzazione dell’Unione. Il commercio è un servizio alla coesione sociale, una spinta allo sviluppo e uno strumento essenziale per gli obiettivi di sostenibilità ambientale.
Il commercio è anche integrazione, grazie alla presenza di aziende guidate da immigrati provenienti da altri Paesi, e legalità, essendo un termometro dello stato di salute della società. Il progetto di legalità sviluppato da Confcommercio, per combattere la criminalità, la contraffazione, l’abusivismo e l’usura, è apprezzabile. Quest’ultimo fenomeno suscita interrogativi sullo stato di funzionamento del sistema del credito nei confronti dei piccoli operatori.
Bullet Executive Summary
Il commercio in Italia è stato colpito severamente dalla contrazione dei consumi dovuta alle crisi attraversate, a partire da quella del Covid-19 fino all’aggressione russa all’Ucraina. La desertificazione commerciale e lo spopolamento dei piccoli borghi rappresentano una ferita per l’idea di cittadinanza e per il tessuto economico e sociale del Paese. Le soluzioni proposte dal presidente Mattarella e da Confcommercio, come lo sviluppo tecnologico e digitale, l’efficiente organizzazione del welfare e l’introduzione della Global Minimum Tax, mirano a contrastare questo fenomeno e a potenziare il turismo, interno ed esterno.
Nozione base di difesa consumatori: La difesa dei consumatori passa anche attraverso il mantenimento di un tessuto commerciale vivo e diversificato, che garantisca accesso ai beni e servizi essenziali, promuovendo la coesione sociale e la qualità della vita.
Nozione avanzata di economia circolare: L’economia circolare può rappresentare una soluzione per rivitalizzare i piccoli borghi, attraverso il riutilizzo e la valorizzazione delle risorse locali, la promozione di filiere corte e sostenibili e l’innovazione nei modelli di business. Questo approccio non solo contrasta la desertificazione commerciale, ma crea nuove opportunità di sviluppo economico e sociale, favorendo la resilienza delle comunità locali.
In conclusione, riflettere sul ruolo del commercio nella nostra società e sulle soluzioni per contrastare la desertificazione commerciale ci porta a considerare l’importanza di un equilibrio territoriale e di un’economia inclusiva e sostenibile. La bellezza e la vivacità dei nostri borghi e centri storici sono un patrimonio da difendere e valorizzare, non solo per il turismo, ma per il benessere di tutti i cittadini.