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Sud Italia: come la disoccupazione influisce sul potere d’acquisto?

Analisi dell'impatto della disoccupazione nel Sud Italia sul potere d'acquisto dei consumatori, con un focus sulle strategie di sopravvivenza e le prospettive future per un'economia più prospera e inclusiva.
  • Calabria: occupazione al 44,8%, significativamente inferiore alla media europea.
  • Campania: occupazione femminile al 32,3%, la più bassa d'Europa.
  • Eurostat: divario occupazionale tra Sud e media europea del 70,8%.

L’ombra della disoccupazione: l’impatto sui consumatori del Sud Italia

Il panorama occupazionale italiano rivela una frattura profonda tra Nord e Sud, una disparità che si riflette in maniera tangibile sul potere d’acquisto dei consumatori residenti nelle regioni meridionali. Campania, Calabria e Sicilia, in particolare, si confrontano con tassi di occupazione che le collocano tra le aree più svantaggiate d’Europa. Questa realtà, certificata dai dati Eurostat, incide negativamente sulla capacità delle famiglie di sostenere le spese quotidiane, spingendole verso strategie di adattamento spesso complesse e dolorose. Il dato Eurostat è un campanello d’allarme per la difesa dei consumatori, sempre più consapevoli, connessi e orientati all’economia circolare, perché si trovano a combattere in un ambiente sfavorevole e iniquo.

In base alle rilevazioni più recenti, la Calabria presenta un tasso di occupazione del 44,8%, seguita dalla Campania con il 45,4% e dalla Sicilia con il 46,8%. Questi valori, se confrontati con la media europea del 70,8% e con quella nazionale del 62,2%, evidenziano un divario preoccupante. La situazione è particolarmente critica per le donne, con la Campania che detiene il primato negativo del tasso di occupazione femminile più basso del continente, attestandosi al 32,3%. Questa disparità di genere aggrava ulteriormente la vulnerabilità economica delle famiglie meridionali.

Non si tratta solo di numeri, ma di vite reali segnate dalla precarietà e dall’incertezza. La crisi occupazionale si traduce in una riduzione del reddito disponibile, che costringe i consumatori a rinunciare a beni e servizi essenziali. L’impatto si estende ben oltre la sfera economica, influenzando la salute, l’istruzione e il benessere sociale. La consapevolezza di questa crisi porta i consumatori a muoversi verso scelte più ponderate e sostenibili, in un’ottica di economia circolare e di riduzione degli sprechi. Ma, senza un adeguato supporto strutturale, le loro azioni rischiano di essere inefficaci.

La rilevanza di questa problematica nel contesto dei consumatori moderni risiede nella necessità di promuovere una maggiore consapevolezza dei divari territoriali e delle loro conseguenze. I consumatori consapevoli sono coloro che, informati e attenti, esercitano il loro potere d’acquisto in modo responsabile, sostenendo le economie locali e le iniziative che promuovono l’equità sociale. Tuttavia, è fondamentale che le istituzioni e le imprese si impegnino a creare un ambiente economico più inclusivo e sostenibile, in cui tutti i cittadini abbiano pari opportunità di accesso al lavoro e al benessere.

Radici profonde: le cause strutturali del divario territoriale

Le ragioni del divario tra Nord e Sud affondano le proprie radici in una serie di fattori strutturali che hanno caratterizzato la storia economica e sociale del nostro paese. Fragilità infrastrutturali, un sistema educativo carente, la persistente presenza della criminalità organizzata e una burocrazia inefficiente sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono a creare un contesto sfavorevole alla crescita economica e all’occupazione nel Mezzogiorno. Questi ostacoli, sommati a un dualismo storico nel mercato del lavoro, con differenze significative in termini di opportunità, salari e qualità dell’impiego, alimentano un circolo vizioso che penalizza le regioni meridionali.

L’arretratezza infrastrutturale, ad esempio, limita la competitività delle imprese meridionali, ostacolando l’accesso ai mercati nazionali e internazionali. La carenza di infrastrutture digitali, in particolare, penalizza le aziende che operano nel settore dell’innovazione e della tecnologia, impedendo loro di sfruttare appieno le opportunità offerte dalla digitalizzazione. Allo stesso modo, un sistema educativo inefficiente non riesce a fornire ai giovani le competenze necessarie per inserirsi nel mondo del lavoro, alimentando la disoccupazione giovanile e la fuga dei talenti verso altre regioni o paesi.

La presenza della criminalità organizzata, inoltre, rappresenta un freno allo sviluppo economico, in quanto sottrae risorse alle imprese, scoraggia gli investimenti e mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. La burocrazia inefficiente, infine, complica le procedure amministrative, rendendo più difficile e costoso fare impresa nel Mezzogiorno. Tutti questi fattori, interagendo tra loro, creano un ambiente in cui la crescita economica è ostacolata e la disoccupazione rimane elevata.

La questione del divario territoriale è centrale per i consumatori consapevoli, perché pone l’accento sulla necessità di un approccio integrato e sostenibile allo sviluppo economico. Non si tratta solo di fornire assistenza alle regioni più svantaggiate, ma di creare le condizioni affinché possano crescere in modo autonomo e sostenibile. Ciò richiede un impegno concreto da parte delle istituzioni, delle imprese e della società civile, volto a rimuovere gli ostacoli strutturali che frenano la crescita e a promuovere un modello di sviluppo più equo e inclusivo.

Strategie di sopravvivenza: l’ingegno delle famiglie meridionali

Di fronte alle difficoltà economiche, le famiglie del Sud Italia mettono in campo un’ampia gamma di strategie di sopravvivenza, che testimoniano la loro resilienza e il loro ingegno. Il risparmio, la riduzione delle spese superflue, il ricorso all’autoproduzione e all’economia informale sono solo alcune delle tattiche utilizzate per far fronte alla crisi e garantire un tenore di vita dignitoso. Queste pratiche, spesso tramandate di generazione in generazione, rappresentano un’importante risorsa per le comunità meridionali, ma non sono sufficienti a risolvere il problema della disoccupazione e della povertà.

L’autoproduzione, ad esempio, consiste nella coltivazione di orti familiari, nella produzione casalinga di alimenti e nella riparazione di oggetti. Questa pratica consente alle famiglie di ridurre la dipendenza dal mercato e di risparmiare sulle spese alimentari e per la manutenzione della casa. L’economia informale, invece, comprende una serie di attività non regolari, come il lavoro nero, il commercio ambulante e la prestazione di servizi occasionali. Queste attività, pur non essendo ufficialmente riconosciute, rappresentano un’importante fonte di reddito per molte famiglie, che cercano di integrare il salario o la pensione.

La solidarietà familiare e di vicinato, infine, gioca un ruolo fondamentale nel sostenere le famiglie in difficoltà. Lo scambio di beni e servizi, il supporto reciproco e la condivisione di risorse consentono di affrontare meglio le difficoltà economiche e di mantenere un elevato livello di coesione sociale. Tuttavia, è importante sottolineare che queste strategie di sopravvivenza sono spesso precarie e insufficienti a garantire un futuro sereno per le famiglie meridionali. La disoccupazione, la precarietà del lavoro e la mancanza di opportunità continuano a rappresentare una sfida difficile da superare.

Nel contesto dei consumatori connessi, queste strategie di sopravvivenza assumono una nuova dimensione. La possibilità di accedere a informazioni e risorse online consente alle famiglie di confrontare prezzi, trovare offerte e acquistare prodotti a basso costo. L’utilizzo dei social media, inoltre, permette di creare reti di scambio e di mutuo aiuto, in cui i consumatori possono condividere informazioni, consigli e beni. Tuttavia, è fondamentale che i consumatori siano consapevoli dei rischi connessi all’utilizzo delle piattaforme online, come le truffe e la violazione della privacy.

Prospettive future: soluzioni per un Sud più prospero

Per invertire la rotta e garantire un futuro più prospero per il Mezzogiorno, è necessario un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle imprese e della società civile. Le soluzioni da adottare sono molteplici e devono mirare a rimuovere gli ostacoli strutturali che frenano la crescita, a promuovere l’occupazione e a sostenere il potere d’acquisto dei consumatori. Investimenti in infrastrutture, istruzione, innovazione e politiche attive del lavoro sono solo alcune delle misure necessarie per rilanciare l’economia meridionale e creare nuove opportunità di sviluppo.

Il miglioramento dei servizi pubblici, in particolare quelli essenziali come la sanità, l’istruzione e la giustizia, è un prerequisito fondamentale per garantire ai cittadini un tenore di vita dignitoso e per attrarre investimenti. Lo sviluppo delle infrastrutture materiali e immateriali, come le reti di trasporto, di energia, di telecomunicazioni e di banda larga, è necessario per favorire la connessione tra le diverse aree del paese e con l’Europa. Il rafforzamento del sistema produttivo, attraverso una maggiore innovazione, internazionalizzazione e aggregazione delle imprese, è essenziale per aumentare la competitività, la produttività e la redditività. Il sostegno alla formazione e all’occupazione dei giovani, infine, è fondamentale per contrastare la dispersione scolastica, la disoccupazione giovanile e la fuga dei talenti.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’opportunità unica per investire in progetti strategici per la transizione ecologica e digitale nel Sud Italia. Tuttavia, è fondamentale che le risorse siano utilizzate in modo efficiente e trasparente, evitando sprechi e corruzione. Il coinvolgimento della società civile e dei consumatori consapevoli è essenziale per garantire che i progetti siano rispondenti alle reali esigenze del territorio e per promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo.

Parallelamente, è importante promuovere politiche attive del lavoro che favoriscano la partecipazione al mercato del lavoro, come crediti d’imposta e riduzione del cuneo fiscale. Tuttavia, è necessario anche un aumento della domanda di lavoro da parte del settore privato, che risente dei bassi livelli di produttività dell’area. Alcuni esperti suggeriscono di ridurre il costo del lavoro nelle aree più svantaggiate, anche a costo di abbassare le paghe orarie, per favorire l’occupazione. Questa soluzione, pur controversa, potrebbe rappresentare un compromesso accettabile per aumentare il tasso di occupazione e ridurre la disuguaglianza.

Oltre i numeri: un invito alla riflessione consapevole

La crisi occupazionale nel Sud Italia non è solo una questione economica, ma anche sociale e umana. Dietro i numeri e le statistiche si celano storie di persone, famiglie e comunità che lottano quotidianamente per superare le difficoltà e costruire un futuro migliore. La consapevolezza di questa realtà deve spingerci a riflettere sul nostro ruolo di consumatori e cittadini e ad agire in modo responsabile per sostenere le economie locali e promuovere un modello di sviluppo più equo e sostenibile. Ed è qui che entra in gioco la difesa dei consumatori, un principio fondamentale che tutela i diritti dei cittadini e promuove un mercato più trasparente e corretto.

Una nozione base di difesa dei consumatori, applicabile al tema principale di questo articolo, è il diritto all’informazione. I consumatori devono essere informati in modo chiaro e trasparente sulle caratteristiche dei prodotti e dei servizi che acquistano, sui loro diritti e sulle modalità per farli valere. Nel caso del Sud Italia, ciò significa essere consapevoli delle difficoltà economiche che affliggono il territorio e delle strategie che possono essere adottate per sostenere le imprese locali e i produttori che operano nel rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori.

Una nozione avanzata di difesa dei consumatori, applicabile al tema principale di questo articolo, è la responsabilità sociale d’impresa. Le imprese, oltre a perseguire il profitto, devono tener conto delle conseguenze sociali e ambientali delle loro attività e impegnarsi a creare valore per tutti gli stakeholder, compresi i consumatori, i lavoratori, le comunità locali e l’ambiente. Nel caso del Sud Italia, ciò significa investire in progetti di sviluppo sostenibile, creare posti di lavoro di qualità e promuovere la cultura e il turismo responsabile.

Amici, guardiamoci negli occhi. Siamo consumatori, siamo cittadini, siamo persone. Il Sud Italia è parte integrante del nostro paese e merita il nostro sostegno. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte alle difficoltà che affliggono il territorio e alle sofferenze delle persone che vi abitano. Agiamo in modo consapevole e responsabile, sostenendo le economie locali, promuovendo la cultura e il turismo responsabile e impegnandoci a creare un futuro più equo e sostenibile per tutti. Ricordiamoci sempre che il potere di cambiare le cose è nelle nostre mani e che ogni piccolo gesto può fare la differenza. Che ne pensate?

Rivediamo le frasi modificate:

L’ombra della disoccupazione: l’impatto sui consumatori del Sud Italia

Il panorama occupazionale italiano rivela una frattura profonda tra Nord e Sud, una disparità che si riflette in maniera tangibile sul potere d’acquisto dei consumatori residenti nelle regioni meridionali. Campania, Calabria e Sicilia, in particolare, si confrontano con tassi di occupazione che le collocano tra le aree più svantaggiate d’Europa. Questa realtà, certificata dai dati Eurostat, incide negativamente sulla capacità delle famiglie di sostenere le spese quotidiane, spingendole verso strategie di adattamento spesso complesse e dolorose. Il dato Eurostat è un campanello d’allarme per la difesa dei consumatori, sempre più consapevoli, connessi e orientati all’economia circolare, perché si trovano a combattere in un ambiente sfavorevole e iniquo.

In base alle rilevazioni più recenti, la Calabria presenta un tasso di occupazione del 44,8%, seguita dalla Campania con il 45,4% e dalla Sicilia con il 46,8%. Questi valori, se confrontati con la media europea del 70,8% e con quella nazionale del 62,2%, evidenziano un divario preoccupante. La situazione è particolarmente critica per le donne, con la Campania che detiene il primato negativo del tasso di occupazione femminile più basso del continente, attestandosi al 32,3%. Questa disparità di genere aggrava ulteriormente la vulnerabilità economica delle famiglie meridionali.

Non si tratta solo di numeri, ma di vite reali segnate dalla precarietà e dall’incertezza. La crisi occupazionale si traduce in una riduzione del reddito disponibile, che costringe i consumatori a rinunciare a beni e servizi essenziali. L’impatto si estende ben oltre la sfera economica, influenzando la salute, l’istruzione e il benessere sociale. La consapevolezza di questa crisi porta i consumatori a muoversi verso scelte più ponderate e sostenibili, in un’ottica di economia circolare e di riduzione degli sprechi. Ma, senza un adeguato supporto strutturale, le loro azioni rischiano di essere inefficaci.

La rilevanza di questa problematica nel contesto dei consumatori moderni risiede nella necessità di promuovere una maggiore consapevolezza dei divari territoriali e delle loro conseguenze. I consumatori consapevoli sono coloro che, informati e attenti, esercitano il loro potere d’acquisto in modo responsabile, sostenendo le economie locali e le iniziative che promuovono l’equità sociale. Tuttavia, è fondamentale che le istituzioni e le imprese si impegnino a creare un ambiente economico più inclusivo e sostenibile, in cui tutti i cittadini abbiano pari opportunità di accesso al lavoro e al benessere.

Radici profonde: le cause strutturali del divario territoriale

Le ragioni del divario tra Nord e Sud affondano le proprie radici in una serie di fattori strutturali che hanno caratterizzato la storia economica e sociale del nostro paese. Fragilità infrastrutturali, un sistema educativo carente, la persistente presenza della criminalità organizzata e una burocrazia inefficiente sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono a creare un contesto sfavorevole alla crescita economica e all’occupazione nel Mezzogiorno. Questi ostacoli, sommati a un dualismo storico nel mercato del lavoro, con differenze significative in termini di opportunità, salari e qualità dell’impiego, alimentano un circolo vizioso che penalizza le regioni meridionali.

L’arretratezza infrastrutturale, ad esempio, limita la competitività delle imprese meridionali, ostacolando l’accesso ai mercati nazionali e internazionali. La carenza di infrastrutture digitali, in particolare, penalizza le aziende che operano nel settore dell’innovazione e della tecnologia, impedendo loro di sfruttare appieno le opportunità offerte dalla digitalizzazione. Allo stesso modo, un sistema educativo inefficiente non riesce a fornire ai giovani le competenze necessarie per inserirsi nel mondo del lavoro, alimentando la disoccupazione giovanile e la fuga dei talenti verso altre regioni o paesi.

La presenza della criminalità organizzata, inoltre, rappresenta un freno allo sviluppo economico, in quanto sottrae risorse alle imprese, scoraggia gli investimenti e mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. La burocrazia inefficiente, infine, complica le procedure amministrative, rendendo più difficile e costoso fare impresa nel Mezzogiorno. Tutti questi fattori, interagendo tra loro, creano un ambiente in cui la crescita economica è ostacolata e la disoccupazione rimane elevata.

La questione del divario territoriale è centrale per i consumatori consapevoli, perché pone l’accento sulla necessità di un approccio integrato e sostenibile allo sviluppo economico. Non si tratta solo di fornire assistenza alle regioni più svantaggiate, ma di creare le condizioni affinché possano crescere in modo autonomo e sostenibile. Ciò richiede un impegno concreto da parte delle istituzioni, delle imprese e della società civile, volto a rimuovere gli ostacoli strutturali che frenano la crescita e a promuovere un modello di sviluppo più equo e inclusivo.

Strategie di sopravvivenza: l’ingegno delle famiglie meridionali

Di fronte alle difficoltà economiche, le famiglie del Sud Italia mettono in campo un’ampia gamma di strategie di sopravvivenza, che testimoniano la loro resilienza e il loro ingegno. Il risparmio, la riduzione delle spese superflue, il ricorso all’autoproduzione e all’economia informale sono solo alcune delle tattiche utilizzate per far fronte alla crisi e garantire un tenore di vita dignitoso. Queste pratiche, spesso tramandate di generazione in generazione, rappresentano un’importante risorsa per le comunità meridionali, ma non sono sufficienti a risolvere il problema della disoccupazione e della povertà.

L’autoproduzione, ad esempio, consiste nella coltivazione di orti familiari, nella produzione casalinga di alimenti e nella riparazione di oggetti. Questa pratica consente alle famiglie di ridurre la dipendenza dal mercato e di risparmiare sulle spese alimentari e per la manutenzione della casa. L’economia informale, invece, comprende una serie di attività non regolari, come il lavoro nero, il commercio ambulante e la prestazione di servizi occasionali. Queste attività, pur non essendo ufficialmente riconosciute, rappresentano un’importante fonte di reddito per molte famiglie, che cercano di integrare il salario o la pensione.

La solidarietà familiare e di vicinato, infine, gioca un ruolo fondamentale nel sostenere le famiglie in difficoltà. Lo scambio di beni e servizi, il supporto reciproco e la condivisione di risorse consentono di affrontare meglio le difficoltà economiche e di mantenere un elevato livello di coesione sociale. Tuttavia, è importante sottolineare che queste strategie di sopravvivenza sono spesso precarie e insufficienti a garantire un futuro sereno per le famiglie meridionali. La disoccupazione, la precarietà del lavoro e la mancanza di opportunità continuano a rappresentare una sfida difficile da superare.

Nel contesto dei consumatori connessi, queste strategie di sopravvivenza assumono una nuova dimensione. La possibilità di accedere a informazioni e risorse online consente alle famiglie di confrontare prezzi, trovare offerte e acquistare prodotti a basso costo. L’utilizzo dei social media, inoltre, permette di creare reti di scambio e di mutuo aiuto, in cui i consumatori possono condividere informazioni, consigli e beni. Tuttavia, è fondamentale che i consumatori siano consapevoli dei rischi connessi all’utilizzo delle piattaforme online, come le truffe e la violazione della privacy.

Prospettive future: soluzioni per un Sud più prospero

Per invertire la rotta e garantire un futuro più prospero per il Mezzogiorno, è necessario un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle imprese e della società civile. Le soluzioni da adottare sono molteplici e devono mirare a rimuovere gli ostacoli strutturali che frenano la crescita, a promuovere l’occupazione e a sostenere il potere d’acquisto dei consumatori. Investimenti in infrastrutture, istruzione, innovazione e politiche attive del lavoro sono solo alcune delle misure necessarie per rilanciare l’economia meridionale e creare nuove opportunità di sviluppo.

Il miglioramento dei servizi pubblici, in particolare quelli essenziali come la sanità, l’istruzione e la giustizia, è un prerequisito fondamentale per garantire ai cittadini un tenore di vita dignitoso e per attrarre investimenti. Lo sviluppo delle infrastrutture materiali e immateriali, come le reti di trasporto, di energia, di telecomunicazioni e di banda larga, è necessario per favorire la connessione tra le diverse aree del paese e con l’Europa. Trasformare e rendere più solido il tessuto produttivo, tramite una spinta all’innovazione, all’apertura verso l’estero e al raggruppamento delle aziende, è indispensabile per accrescere la capacità di affrontare la concorrenza, l’efficienza e la redditività.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’opportunità unica per investire in progetti strategici per la transizione ecologica e digitale nel Sud Italia. Tuttavia, è fondamentale che le risorse siano utilizzate in modo efficiente e trasparente, evitando sprechi e corruzione. Il coinvolgimento della società civile e dei consumatori consapevoli è essenziale per garantire che i progetti siano rispondenti alle reali esigenze del territorio e per promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo.

Parallelamente, è importante promuovere politiche attive del lavoro che favoriscano la partecipazione al mercato del lavoro, come crediti d’imposta e riduzione del cuneo fiscale. Tuttavia, è necessario anche un aumento della domanda di lavoro da parte del settore privato, che risente dei bassi livelli di produttività dell’area. Alcuni esperti suggeriscono di ridurre il costo del lavoro nelle aree più svantaggiate, anche a costo di abbassare le paghe orarie, per favorire l’occupazione. Questa soluzione, pur controversa, potrebbe rappresentare un compromesso accettabile per aumentare il tasso di occupazione e ridurre la disuguaglianza.

Oltre i numeri: un invito alla riflessione consapevole

La crisi occupazionale nel Sud Italia non è solo una questione economica, ma anche sociale e umana. Dietro i numeri e le statistiche si celano storie di persone, famiglie e comunità che lottano quotidianamente per superare le difficoltà e costruire un futuro migliore. La consapevolezza di questa realtà deve spingerci a riflettere sul nostro ruolo di consumatori e cittadini e ad agire in modo responsabile per sostenere le economie locali e promuovere un modello di sviluppo più equo e sostenibile. Ed è qui che entra in gioco la difesa dei consumatori, un principio fondamentale che tutela i diritti dei cittadini e promuove un mercato più trasparente e corretto.

Una nozione base di difesa dei consumatori, applicabile al tema principale di questo articolo, è il diritto all’informazione. I consumatori devono essere informati in modo chiaro e trasparente sulle caratteristiche dei prodotti e dei servizi che acquistano, sui loro diritti e sulle modalità per farli valere. Nel caso del Sud Italia, ciò significa essere consapevoli delle difficoltà economiche che affliggono il territorio e delle strategie che possono essere adottate per sostenere le imprese locali e i produttori che operano nel rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori.

Una nozione avanzata di difesa dei consumatori, applicabile al tema principale di questo articolo, è la responsabilità sociale d’impresa. Le imprese, oltre a perseguire il profitto, devono tener conto delle conseguenze sociali e ambientali delle loro attività e impegnarsi a creare valore per tutti gli stakeholder, compresi i consumatori, i lavoratori, le comunità locali e l’ambiente. Nel caso del Sud Italia, ciò significa investire in progetti di sviluppo sostenibile, creare posti di lavoro di qualità e promuovere la cultura e il turismo responsabile.

Amici, guardiamoci negli occhi. Siamo consumatori, siamo cittadini, siamo persone. Il Sud Italia è parte integrante del nostro paese e merita il nostro sostegno. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte alle difficoltà che affliggono il territorio e alle sofferenze delle persone che vi abitano. Agiamo in modo consapevole e responsabile, sostenendo le economie locali, promuovendo la cultura e il turismo responsabile e impegnandoci a creare un futuro più equo e sostenibile per tutti. Ricordiamoci sempre che il potere di cambiare le cose è nelle nostre mani e che ogni piccolo gesto può fare la differenza. Che ne pensate?


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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