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- L'ue avrà 20 mesi per recepire la direttiva rap tessile.
- La rap si estende anche alle microimprese del tessile.
- Priorità alle cooperative sociali: sostegno al riutilizzo tessile.
Verso un sistema EPR europeo per i prodotti tessili: una svolta per l’economia circolare
L’Unione Europea si prepara ad introdurre un meccanismo di Responsabilità Allargata del Produttore (RAP) per il comparto tessile, una mossa cruciale per sostenere l’economia circolare e diminuire l’impatto ambientale di questa industria. L’iniziativa, derivante da un aggiornamento della direttiva quadro sui rifiuti, ambisce a responsabilizzare i fabbricanti nella gestione dell’intero ciclo vitale dei prodotti tessili, spronando la raccolta, il riuso e la rigenerazione.
Il contenuto dell’accordo temporaneo si trova attualmente sotto esame legale e linguistico, in attesa della convalida ufficiale da parte del Consiglio e del Parlamento Europeo. Si stima che la direttiva modificata sarà approvata entro la fine dell’estate o immediatamente dopo. Una volta pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale europea, gli Stati membri avranno 20 mesi per trasporre le nuove disposizioni nelle rispettive legislazioni nazionali e 30 mesi per rendere operativi i sistemi RAP per il settore tessile.

RAP tessile: piani nazionali e piccole imprese
Gli emendamenti alla direttiva quadro sui rifiuti stabiliscono che i paesi membri implementino programmi di responsabilità estesa del produttore per i manufatti tessili. Pur rimanendo invariate le linee guida generali a livello continentale, l’implementazione di piani nazionali è lasciata alla discrezione dei singoli Stati membri. Un elemento di rilievo è l’estensione del raggio d’azione della RAP anche alle imprese di dimensioni micro, le quali erano state escluse nella proposta originaria presentata dalla Commissione. Sono comunque previste delle condizioni per garantire che la quota di contribuzione delle microimprese sia commisurata alla quantità di prodotti distribuiti sul mercato, con obblighi di reporting minimi.
Un’ulteriore innovazione concerne la possibilità di variare i contributi RAP in base alle strategie commerciali, allo scopo di contrastare il fenomeno della fast fashion e dell’ultra-fast fashion. I paesi membri potranno considerare criteri quali l’ampiezza della gamma di prodotti e la frequenza delle offerte per un’adeguata calibrazione ecologica delle tariffe.
Incentivi all’ecodesign e ruolo dei consorzi
La revisione della direttiva si propone di spronare i produttori a concepire beni più eco-compatibili, associando il contributo economico per le tariffe RAP a criteri di sostenibilità definiti all’interno del regolamento Ecodesign. Si sta preparando un atto delegato che fornirà parametri sostenibili per calcolare l’eco-modulazione del contributo finanziario alla RAP.
Un aspetto determinante riguarda il ruolo dei consorzi, le PRO (Producer Responsibility Organization). Diversamente da altre filiere, come imballaggi e batterie, nel caso dei prodotti tessili è vincolante l’adesione a un’organizzazione di responsabilità del produttore. Questa decisione trova la sua ragione d’essere nella volontà di edificare schemi RAP in forma cooperativa, con un impegno sinergico da parte di tutti i produttori, al fine di mettere in atto sistemi performanti a livello di Stati membri e in Europa.
La sfida del riutilizzo e il ruolo delle cooperative sociali
L’introduzione di un sistema RAP pluri-consortile rappresenta un cambiamento epocale, ma la bozza del decreto non trova ancora l’unanimità tra tutti i soggetti coinvolti nella filiera. In particolare, i comuni e le cooperative sociali, che da tempo gestiscono la raccolta e il riutilizzo degli indumenti, paventano che l’inclusione dei produttori nelle attività di raccolta possa danneggiare gli operatori del riuso.
È essenziale salvaguardare la dimensione sociale della filiera, riconoscendo il ruolo cruciale delle cooperative sociali nella gestione del tessile, dalla raccolta alla selezione, dalle sartorie sociali ai negozi dell’usato. Alcune realtà, come la rete di cooperative sociali RETESSILE, propongono che una frazione prestabilita del rifiuto tessile sia destinata alle imprese che investono in progetti di integrazione lavorativa per soggetti svantaggiati.
Un futuro sostenibile per il tessile: la necessità di un approccio integrato
La transizione verso un sistema RAP per i prodotti tessili rappresenta un’opportunità unica per promuovere l’economia circolare e ridurre l’impatto ambientale del settore. Tuttavia, è necessario un approccio integrato che tenga conto di tutti gli attori della filiera, dal produttore al consumatore, dalle cooperative sociali ai comuni. Solo attraverso una collaborazione sinergica sarà possibile raggiungere gli obiettivi di sostenibilità prefissati e garantire un futuro più verde per il settore tessile.
Amici lettori, in questo contesto di cambiamento, è fondamentale ricordare che ogni nostro gesto conta. Scegliere abiti di qualità, prendersene cura per prolungarne la vita, donare o rivendere quelli che non usiamo più sono azioni concrete che contribuiscono a ridurre l’impatto ambientale del settore tessile.
Approfondendo ulteriormente, è importante considerare il concetto di “design for disassembly”, ovvero la progettazione di prodotti tessili che siano facilmente smontabili e riciclabili alla fine del loro ciclo di vita. Questo approccio, se adottato su larga scala, potrebbe rivoluzionare il settore e trasformare i rifiuti tessili in preziose risorse.
Vi invito a riflettere su come le vostre scelte di consumo possono influenzare il futuro del settore tessile. Siete pronti a diventare consumatori più consapevoli e responsabili?
- Comunicato stampa del Consiglio UE sull'accordo per ridurre i rifiuti tessili.
- Pagina ufficiale della Commissione Europea sulla Direttiva Quadro Rifiuti.
- Regole UE per prodotti sostenibili: focus su ecodesign e durabilità.
- EURATEX promuove l'armonizzazione dei sistemi EPR tessili per l'economia circolare europea.