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- 1.000 negozi chiusi tra il 2021 e il 2023 in Friuli Venezia Giulia.
- Quasi 100 piccoli comuni in Piemonte privi di negozi.
- Legnano ha visto un incremento da 1.129 a 1.142 negozi non alimentari nel 2024.
Negli ultimi anni, il commercio locale ha affrontato una crisi senza precedenti, con la chiusura di circa mille negozi tra il 2021 e il 2023 nella regione del Friuli Venezia Giulia. Questo fenomeno riflette una tendenza più ampia che coinvolge l’intera nazione, nonostante gli sforzi delle istituzioni locali per sostenere il settore. L’assessore regionale Sergio Emidio Bini ha recentemente presentato una nuova legge destinata a rivitalizzare il commercio, ma la situazione rimane critica, soprattutto per i negozi di vicinato, che continuano a soffrire. Queste attività, solitamente situate nei quartieri o nei centri storici, con superfici che variano dai 70 ai 150 metri quadrati, sono particolarmente colpite nel settore dell’abbigliamento e degli accessori.
La scomparsa dei negozi nei piccoli comuni
In Piemonte, la situazione è altrettanto preoccupante, con quasi 100 paesi, inclusi dieci nella Città Metropolitana di Torino, che si trovano privi di negozi. Questa emergenza colpisce duramente le comunità montane, dove i negozi di vicinato sono stati costretti a chiudere a causa di oneri fiscali comparabili a quelli delle grandi città come Torino. Gli anziani, in particolare, si trovano in difficoltà nel fare la spesa, spesso dipendendo dall’aiuto dei familiari o dai mercati settimanali. Questa situazione evidenzia un problema strutturale che necessita di soluzioni innovative per garantire la sopravvivenza delle piccole attività commerciali in aree remote.
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Legnano: un esempio di resilienza commerciale
Contrariamente alla tendenza regionale, la città di Legnano rappresenta un esempio di resilienza nel settore del commercio di vicinato. Nel 2024, il numero di negozi di vicinato è aumentato rispetto al 2023, raggiungendo quota 770, un dato sorprendente se si considera il contesto lombardo più ampio, dove si è registrata una diminuzione complessiva di 700 negozi rispetto all’anno precedente. A Legnano, la crescita è stata particolarmente significativa nel settore “non alimentare”, che ha visto un incremento da 1.129 a 1.142 esercizi. Questo trend positivo si riflette anche nei comuni limitrofi del Legnanese, dove il numero totale di esercizi di vicinato è rimasto stabile, dimostrando una capacità di adattamento e innovazione che potrebbe servire da modello per altre regioni.
Conclusioni: un futuro incerto ma promettente
La crisi del commercio locale rappresenta una sfida complessa che richiede un approccio integrato e innovativo. Mentre alcune regioni lottano per mantenere aperti i negozi di vicinato, altre, come Legnano, mostrano che la resilienza e l’adattamento sono possibili. È essenziale che le politiche future si concentrino su soluzioni sostenibili che supportino le piccole attività commerciali, garantendo al contempo l’accesso ai servizi essenziali per le comunità più isolate.
In un mondo sempre più connesso, la difesa dei consumatori passa anche attraverso la promozione di un consumo consapevole e sostenibile. Questo significa scegliere di supportare le attività locali, riconoscendo il loro ruolo fondamentale nel tessuto sociale ed economico delle comunità. Inoltre, l’economia circolare offre una prospettiva avanzata, promuovendo la riduzione degli sprechi e l’ottimizzazione delle risorse, elementi chiave per un futuro più sostenibile. Riflettendo su queste tematiche, possiamo contribuire a un cambiamento positivo, sostenendo modelli di consumo che rispettano l’ambiente e la società.