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- Il Mezzogiorno ha visto un aumento di 171 mila nuovi posti di lavoro, rappresentando oltre metà dell'incremento nazionale di 329 mila unità.
- Il tasso di occupazione nel Sud ha raggiunto un record del 49,3%, con il tasso di disoccupazione sceso al 12,7%.
- I contratti a tempo indeterminato sono aumentati di 347 mila unità nel settore privato a giugno 2024, sottolineando una dinamicità del mercato del lavoro.
Le più recenti statistiche dell’Istat relative al secondo trimestre del 2024 rivelano un dato significativo: il Mezzogiorno d’Italia sta emergendo come l’area trainante dell’occupazione nel Paese. Nell’arco di un anno, il numero di occupati nel Sud e nelle Isole è salito di 171 mila unità, coprendo oltre metà dell’aumento nazionale di 329 mila nuovi posti di lavoro. Un incremento del 2,7% nel Sud supera quello del Centro (+1,9%) e del Nord Italia (+0,5%).
Se confrontiamo i dati del secondo trimestre 2024 con quelli del quarto trimestre 2019, prima della pandemia, il Mezzogiorno ha registrato un aumento di 389 mila lavoratori (+6,4%), paragonato ai 239 mila (+4,9%) del Centro e ai 245 mila (+2%) del Nord Italia. Questo trend positivo richiama il periodo dei governi Renzi e Gentiloni, in cui il Jobs Act e le decontribuzioni hanno generato la creazione di 327 mila posti di lavoro dal primo trimestre 2014 al primo trimestre 2018 nel Sud e nelle Isole.
Il tasso di occupazione nel Mezzogiorno ha toccato un nuovo record del 49,3%, il livello più alto mai registrato. Allo stesso tempo, il tasso di disoccupazione è sceso al 12,7%, un valore che non si osservava dai tempi precedenti la crisi finanziaria del 2008-2009. Nonostante ciò, il tasso di inattività rimane alto al 43,4%, indicando che molte persone in età lavorativa non stanno cercando attivamente un impiego.
Lavoro Privato: Un Settore in Espansione
Secondo l’INPS, a giugno 2024 il saldo delle nuove posizioni nell’industria privata risulta essere positivo con 440 mila nuove unità. Questo dato evidenzia una dinamicità del mercato del lavoro italiano. I contratti a tempo indeterminato hanno subito una significativa espansione, con un incremento di 347 mila posti. Tuttavia, c’è stato un calo delle assunzioni stabili nel settore della somministrazione con un parallelo aumento del lavoro a tempo determinato.
Durante i primi sei mesi del 2024, i datori di lavoro privati hanno aperto 4.294.000 nuove assunzioni, con un leggero calo rispetto allo stesso periodo del 2023 (-1,6%). Le conversioni da contratti a termine a tempo indeterminato sono state 380.000, in diminuzione rispetto al 2023 (-6%). Nei primi sei mesi del 2024 le terminazioni contrattualii sono state 3.354.000, mostrando una stabilità rispetto all’anno precedente (+0,3%).
Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha espresso un parere positivo riguardo questi dati, enfatizzando come le politiche attive e il supporto all’inserimento lavorativo stiano offrendo risultati concreti. L’inclusività della strategia governativa cerca di favorire l’inserimento lavorativo di coloro che finora ne erano stati esclusi.
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Disuguaglianza di Genere nel Mercato del Lavoro
Nonostante la crescita occupazionale, rimangono persistenti le disuguaglianze di genere, specialmente nel Mezzogiorno. In Puglia e Basilicata, l’aumento dell’occupazione riguarda principalmente gli uomini. In Puglia, l’indice di occupazione femminile è sceso dal 38,2% al 37,5% nel secondo trimestre 2024, con mille donne che hanno abbandonato il mercato del lavoro. Analogamente, in Basilicata, l’indice di occupazione femminile è scivolato al 43,3%.
Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia, ha rimarcato come il gap di genere nelle opportunità lavorative sia ormai cristallizzato. Le responsabilità di cura tendono a gravare sulle donne, riducendo le loro possibilità lavorative. Il 30% delle donne occupate in Puglia lavora con un impiego part-time, spesso in posizioni a bassa qualifica.
Povertà Lavorativa: Una Questione Urgente
La povertà lavorativa è una realtà allarmante sia in Italia che in Europa. A Lecco, 16.400 lavoratori guadagnano meno di 9 euro l’ora, vivendo al di sotto della soglia di povertà. Questo problema tocca diversi settori, inclusi l’industria, il turismo, la ristorazione, l’istruzione e la sanità. La povertà lavorativa non solo deteriora il presente ma compromette anche il futuro, con pensioni che variano tra i 350 e i 1100 euro al mese.
In Europa, il 9% dei lavoratori è sotto la soglia di povertà. In Italia, il 40,2% delle famiglie con bassa intensità lavorativa è a rischio di povertà. La povertà lavorativa colpisce in maniera sproporzionata i giovani; ad esempio, in Romania il 21,1% dei lavoratori tra i 18 e i 24 anni è a rischio di povertà.
Bullet Executive Summary
L’incremento occupazionale nel Mezzogiorno segnala una dinamica positiva per l’economia italiana, ma mette in luce anche la necessità di affrontare le disuguaglianze di genere e la povertà lavorativa. Aumentare i posti di lavoro è cruciale, ma bisogna affiancarlo a politiche che garantiscano equità e dignità per tutti i lavoratori.
Difesa dei consumatori: È vitale promuovere maggiore trasparenza e responsabilità nelle politiche occupazionali per assicurare che i diritti dei lavoratori siano rispettati e che le disuguaglianze di genere siano adeguatamente affrontate.
Economia circolare: Il miglioramento dell’inclusività lavorativa e la riduzione della povertà lavorativa possono essere sostenuti da un’economia circolare che valorizzi le risorse umane promuovendo la sostenibilità sia sociale che economica.
In conclusione, la crescita occupazionale deve andare di pari passo con politiche inclusive e sostenibili che assicurino un futuro equo e dignitoso per tutti i lavoratori. Solo così sarà possibile costruire una società più giusta e prospera.
- Dati ufficiali Istat sul mercato del lavoro e occupazione nel secondo trimestre 2024
- Sito ufficiale dell'INPS, istituzione italiana che fornisce dati e informazioni sul mercato del lavoro e sulla occupazione
- Sito ufficiale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sezione dedicata all'attuazione degli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)