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Il declino dell’artigianato in Italia: dati e motivi dietro la crisi

Scopri le cause principali della diminuzione del 22% degli artigiani italiani tra il 2012 e il 2023 e le regioni più colpite.
  • Il numero complessivo di artigiani è sceso da 1.867.000 a 1.457.000 tra il 2012 e il 2023, con una diminuzione del 22%.
  • L'Abruzzo ha registrato il calo maggiore di imprese artigiane con una diminuzione del 29,2%, seguito dalle Marche e dal Piemonte.
  • La Lombardia ha perso 60.412 imprese artigiane, la diminuzione più significativa in valore assoluto.

Il settore dell’artigianato in Italia sta attraversando una crisi profonda e prolungata. Tra il 2012 e il 2023, il numero complessivo di artigiani è sceso drasticamente, passando da quasi 1.867.000 unità a circa 1.457.000, con una diminuzione di quasi 410.000 soggetti, pari al 22%. Questo panorama allarmante emerge da un’elaborazione dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre basata su dati dell’Inps e di Infocamere/Movimprese.

Le Cause della Crisi

Tra le principali cause di questa emorragia di artigiani, l’ufficio studi della Cgia identifica vari fattori. L’invecchiamento progressivo della popolazione artigiana, combinato con un insufficiente ricambio generazionale, ha avuto un impatto devastante. La feroce concorrenza esercitata dalla grande distribuzione e dal commercio elettronico ha ulteriormente aggravato la situazione. Inoltre, il boom del costo degli affitti e delle tasse nazionali e locali ha costretto molti artigiani a chiudere bottega.

Un altro fattore significativo è il cambiamento radicale nel comportamento dei consumatori, che hanno sposato la cultura dell’usa e getta, preferendo prodotti fatti in serie e consegnati a domicilio. Questo ha portato a un declino della domanda per prodotti realizzati a mano, come calzature, vestiti e mobili su misura.

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  • Ma se considerassimo il ruolo dell'artigianato nell'economia circolare...? 🤔...

Le Regioni e le Province più Colpite

In termini percentuali, l’Abruzzo è la regione che ha registrato il calo maggiore di imprese artigiane negli ultimi undici anni, con una diminuzione del 29,2%. Seguono le Marche con il 26,3% e il Piemonte con il 25,8%. In valore assoluto, le perdite più significative hanno interessato la Lombardia, con una perdita di 60.412 imprese artigiane, seguita da Emilia Romagna (46.696 unità in meno) e Piemonte (46.139 in meno).

Tra le province, Teramo ha registrato una delle variazioni negative più elevate a livello nazionale, con una diminuzione del 30,6%. Peggio fanno Vercelli (-32,7%), Rovigo (-31%) e Lucca (-30,8%). Le province che hanno subito le flessioni più contenute sono Napoli (-8,1%), Trieste (-7,9%) e Bolzano (-6,1%).

Settori in Controtendenza

Non tutti i settori artigiani sono in crisi. Quelli del benessere e dell’informatica presentano dati in controtendenza. Ad esempio, si continua a registrare un costante aumento degli acconciatori, degli estetisti e dei tatuatori. Nel settore informatico, sono in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. Anche il comparto alimentare sta mostrando risultati positivi, con un incremento delle gelaterie, gastronomie, pulitintolavanderie a gettone e pizzerie per asporto, specialmente nelle città ad alta vocazione turistica.

Il Degrado Urbano e la Svalutazione Culturale

Il degrado urbano è un altro aspetto preoccupante della crisi dell’artigianato. Le insegne rimosse e le vetrine non più allestite sono un segnale inequivocabile del peggioramento della qualità della vita in molte realtà urbane. Queste micro attività conservano l’identità di una comunità e sono un presidio in grado di rafforzare la coesione sociale di un territorio.

La svalutazione culturale del lavoro manuale ha allontanato molti giovani dal mondo dell’artigianato. Questo è evidente dalla comparazione tra il numero di avvocati e di idraulici presenti in Italia: se i primi sfiorano le 237.000 unità, si stima che i secondi siano “solo” 180.000. La mancata programmazione formativa in molte regioni ha ulteriormente aggravato la situazione, rendendo sempre più difficile reperire giovani disposti a intraprendere carriere artigianali.

Bullet Executive Summary

Il declino dell’artigianato in Italia è un fenomeno complesso e multifattoriale, che richiede interventi mirati e immediati per essere invertito. L’invecchiamento della popolazione artigiana, la concorrenza della grande distribuzione e del commercio elettronico, e il cambiamento nei comportamenti dei consumatori sono solo alcune delle cause di questa crisi. Tuttavia, settori come il benessere, l’informatica e l’alimentare mostrano che esistono ancora opportunità di crescita e sviluppo.

Nozione base: La difesa dei consumatori è fondamentale per garantire che le loro scelte siano informate e consapevoli. In un contesto di crisi dell’artigianato, è essenziale promuovere l’importanza dei prodotti artigianali e delle competenze manuali, non solo per preservare un patrimonio culturale, ma anche per sostenere l’economia locale.

Nozione avanzata: L’economia circolare rappresenta una soluzione innovativa per rilanciare il settore artigiano. Promuovere il riuso, la riparazione e il riciclo può creare nuove opportunità di lavoro e ridurre l’impatto ambientale. Gli artigiani possono diventare protagonisti di questa transizione, offrendo servizi di alta qualità e sostenibili che rispondano alle esigenze di una società sempre più attenta all’ambiente.

In conclusione, il declino dell’artigianato in Italia non è solo una questione economica, ma anche culturale e sociale. È necessario un impegno collettivo per valorizzare e sostenere questo settore, affinché possa continuare a contribuire alla ricchezza e alla diversità del nostro Paese.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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