Il governo Meloni alla prova: cosa cambia con la nuova manovra economica

Ferragosto 2022 segna un periodo di transizione per l’Italia. Il governo Draghi si è dimesso da tre settimane, le Camere sono state sciolte e le elezioni sono state fissate per il 25 settembre. L’attacco russo all’Ucraina è in corso da sei mesi e un barile di petrolio sui mercati internazionali si vende a più di 100 dollari. Il Pil italiano mette a segno una crescita positiva ma stentata. Gli equilibri mondiali, dal clima alla geopolitica, passando per l’economia, sono scossi. Anche quelli italiani, naturalmente.

Ferragosto 2024 vede il governo Meloni in carica da oltre 650 giorni, al decimo posto per durata nella storia della Repubblica. Se arriverà alla fine dell’anno, si collocherà all’ottavo posto, superando il governo De Gasperi del 1951-53. Tuttavia, le somiglianze finiscono qui: De Gasperi presiedeva un governo di ripresa, un inizio di “miracolo economico” in un clima di ricostruzione. Oggi, Meloni presiede un governo “di galleggiamento” che prosegue in una crescita del Pil dello “zero virgola” in un mondo in totale disordine.

Le sfide internazionali e interne

Il governo Meloni si trova ad affrontare numerose sfide sia a livello internazionale che interno. Tra qualche settimana si riunirà il nuovo Parlamento Europeo, dove il clima di indecisione ancora prevale, dalla politica industriale ai dazi sulle auto cinesi, fino alle grandi strategie internazionali che passano per le guerre ucraina e di Gaza.

In Italia, le sdraio e gli ombrelloni degli stabilimenti balneari sono diventati il simbolo dell’immobilismo generalizzato. Un Paese che non riesce a sistemare i problemi di piccole categorie, dai “balneari” ai tassisti, può trovare difficoltà gravi ad affrontare questioni di carattere più generale, come quelle dell’intero settore dei trasporti pubblici.

La manovra economica e le tensioni politiche

Ad attendere il premier Meloni non c’è solo una difficile manovra economica da avviare: c’è una tornata elettorale (Umbria, Emilia-Romagna e Liguria) che rischia di trasformarsi in un delicato giro di boa, una tensione sempre più evidente nei rapporti con Lega e Forza Italia ed una “questione sociale” dagli sviluppi imprevedibili.

La gestione della campagna elettorale europea da leader dei Conservatori europei più che da presidente del Consiglio italiano e il no alla conferma di Ursula von der Leyen hanno messo il Paese all’angolo. Questo potrebbe essere l’errore più grave commesso in due anni di governo, con possibili guai maggiori provenienti da Bruxelles.

Le prospettive future e le sfide sociali

Tempi duri per la signora Meloni. La rottura dell’alleanza con Ursula von der Leyen non è certo un incidente di percorso, mentre qualche incertezza si profila anche nei rapporti con Washington. Venendo meno in parte la legittimazione internazionale, risulta più arduo il suo ambizioso disegno controriformistico basato sul patto a tre con Lega e Fratelli d’Italia.

Il successo della raccolta firme per il referendum sull’autonomia differenziata dimostra che la parte più avanzata e consapevole dell’elettorato italiano sta cominciando a mangiare la foglia. È fondamentale vigilare contro i tentativi di snaturamento della battaglia per la difesa dell’unità nazionale e dell’eguaglianza tra i cittadini.

Bullet Executive Summary

L’augurio principale per l’Italia alla vigilia di Ferragosto è che qualcosa cambi nel modo di far politica: dalla diffusissima tecnica dell’insulto si deve passare a un dialogo più costruttivo. La legge finanziaria ormai alle porte sarebbe una buona occasione per incamminarsi su questo sentiero nuovo. Potremmo cominciare a fare la conta dei non pochi settori italiani di eccellenza e ragionare su come porre le basi per una crescita di lungo periodo che dia un futuro ai giovani.

In un mondo sempre più interconnesso, la difesa dei consumatori diventa cruciale. È essenziale che i cittadini siano consapevoli dei loro diritti e delle dinamiche economiche globali che influenzano la loro vita quotidiana. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e partecipazione attiva possiamo sperare di costruire un futuro più equo e sostenibile.

La nozione avanzata di economia circolare ci insegna che ogni risorsa deve essere utilizzata al massimo delle sue potenzialità, riducendo al minimo gli sprechi. Questo principio può essere applicato anche alla politica e alla gestione delle risorse pubbliche: ogni decisione deve essere presa con l’obiettivo di massimizzare il benessere collettivo e minimizzare gli effetti negativi. Solo così potremo affrontare le sfide del futuro con maggiore resilienza e speranza.