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Allarme abitazioni vuote: un terzo delle case italiane è disabitato

Il rapporto Istat rivela che il 34,9% delle abitazioni nelle Isole e il 32% nel Sud Italia sono vuote, sollevando importanti questioni economiche e sociali
  • 34,9% delle abitazioni nelle Isole risultano vuote, mentre nel Sud Italia la percentuale è del 32%.
  • Tra il 2011 e il 2021, il numero di abitazioni occupate è aumentato del 6,4% in tutta Italia.
  • La Lombardia ha la maggiore densità abitativa con 234,7 case per km², mentre la Basilicata ha la densità più bassa con 36,2 abitazioni per km².

Il recente rapporto dell’Istat, basato sul censimento permanente del 2021, ha rivelato un dato sorprendente: quasi un’abitazione su tre in Italia non è occupata. Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle Isole, dove il 34,9% delle abitazioni risulta vuoto, seguito dal Sud Italia con il 32%. Al contrario, le percentuali più basse si registrano nel Nord-est e nel Nord-ovest del Paese, rispettivamente con il 23,1% e il 26% di abitazioni non occupate.

Tra il 2011 e il 2021, il numero di abitazioni occupate è aumentato del 6,4% in tutta Italia, con una crescita più significativa nell’Italia centrale (+8,6%) e un incremento più contenuto nelle due Isole maggiori (+5,5%).

Distribuzione Geografica e Densità Abitativa

La densità abitativa varia notevolmente lungo lo Stivale. La Lombardia si distingue come la regione con il maggior numero di abitazioni per chilometro quadrato, con 234,7 case per km², mentre la Basilicata presenta la densità più bassa, con 36,2 abitazioni per km². La media nazionale si attesta a 116,8 abitazioni per km².

La Valle d’Aosta e il Molise mostrano un elevato numero di abitazioni non occupate, spesso utilizzate come seconde case o per il turismo. Nella città metropolitana di Roma si trova il maggior numero di abitazioni con almeno un residente, seguita da Milano e Napoli.

Età e Tipologia delle Abitazioni

Il patrimonio abitativo italiano è in gran parte costituito da edifici costruiti tra il 1961 e il 2000, che rappresentano il 56,3% del totale. Le abitazioni costruite prima del 1919 costituiscono il 9,5% del totale, con oltre due terzi ancora occupate da almeno un residente. Le nuove costruzioni, edificate dal 2001 in poi, rappresentano l’11,4% del totale.

In termini di dimensioni, le case più comuni in Italia hanno una superficie tra 80 e 99 metri quadrati, rappresentando il 26,7% (circa 6.852.371 unità) del totale delle abitazioni occupate. Una consistente percentuale di abitazioni ha una superficie tra 60 e 79 metri quadrati (20,6%), mentre le abitazioni più grandi, tra 100 e 119 metri quadrati, costituiscono il 18,1% del totale.

Implicazioni Economiche e Sociali

Il dato che quasi un’abitazione su tre in Italia non sia occupata ha implicazioni significative per il mercato immobiliare e per le politiche abitative. Questo fenomeno emerge in un contesto di crescente dibattito politico sulle politiche abitative, dalle proteste degli studenti contro l’aumento degli affitti, alle polemiche sui regolamenti comunali contro gli affitti brevi, fino al dibattito sulle occupazioni abusive.

Le metropoli italiane, con affitti in crescita e una politica abitativa che fatica a trovare soluzioni efficaci, si trovano a fronteggiare un’emergenza abitativa sempre più pressante. La situazione è resa ancora più complessa dalla presenza di un patrimonio edilizio in gran parte vetusto e non adeguato agli standard di efficienza energetica moderni.

Bullet Executive Summary

Il rapporto dell’Istat sul censimento del 2021 ha rivelato che quasi un’abitazione su tre in Italia non è occupata, con picchi nelle Isole (34,9%) e nel Sud Italia (32%). La Lombardia presenta la maggiore densità abitativa con 234,7 case per km², mentre la Basilicata ha la densità più bassa con 36,2 abitazioni per km². La maggior parte delle abitazioni italiane è stata costruita tra il 1961 e il 2000, rappresentando il 56,3% del totale. Le abitazioni più comuni hanno una superficie tra 80 e 99 metri quadrati.

In un contesto di crescente dibattito sulle politiche abitative, è fondamentale riflettere sul ruolo delle abitazioni vuote e sulla necessità di politiche che incentivino il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente. La difesa dei consumatori passa anche attraverso la promozione di un’economia circolare che valorizzi le risorse esistenti, riducendo la necessità di nuove costruzioni e promuovendo la riqualificazione degli edifici esistenti.

Per i consumatori consapevoli, è essenziale comprendere l’importanza di abitazioni efficienti dal punto di vista energetico e sostenibili. Investire in ristrutturazioni che migliorino l’efficienza energetica delle abitazioni non solo riduce i costi a lungo termine, ma contribuisce anche alla riduzione delle emissioni di CO2, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale.

In conclusione, il rapporto dell’Istat ci invita a riflettere su come possiamo migliorare l’utilizzo del nostro patrimonio abitativo, promuovendo politiche che favoriscano l’occupazione delle abitazioni vuote e la riqualificazione degli edifici esistenti, per un futuro più sostenibile e inclusivo.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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