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- Il 50% delle aziende italiane non riesce a trovare personale qualificato, secondo Unioncamere.
- Solo 507mila dei 1 milione e 300mila contratti offerti negli ultimi tre mesi sono stati coperti.
- Le professioni più difficili da trovare includono operai specializzati nelle rifiniture (75,6%) e fabbri/saldatori (74,1%).
Negli ultimi anni, il mercato del lavoro italiano ha subito una significativa trasformazione, caratterizzata da una crescente difficoltà delle aziende nel trovare personale qualificato. Secondo una recente ricerca di Unioncamere, il 50% delle aziende italiane non riesce a trovare personale con le competenze tecniche necessarie. Questo problema è aggravato da un dato impressionante: negli ultimi dieci anni, i salari in Italia sono cresciuti solo della metà rispetto alla media europea, secondo l’Istat.
Negli ultimi tre mesi, a fronte di 1 milione e 300mila contratti di lavoro offerti dalle imprese, solo 507mila sono stati coperti. Le competenze mancanti si concentrano principalmente nei settori del commercio (12,7%), del turismo (15,2%) e delle costruzioni, dove la ricerca di operai specializzati nelle rifiniture ha raggiunto il 75,6%. Anche i fabbri e i saldatori sono difficili da trovare, con una carenza del 74,1%, così come gli operai addetti alle macchine dell’industria tessile e delle confezioni, con una mancanza del 77,8%.
L’industria ha annunciato l’intenzione di assumere 135mila profili a luglio, ma questo rappresenta un calo di 34mila rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il comparto manifatturiero è alla ricerca di circa 88mila lavoratori per luglio e 236mila entro settembre, ma le previsioni sono cupe. Nonostante l’aumento dei contratti a tempo indeterminato in tutti i comparti, il deficit di assunzioni rimane elevato.
Unioncamere propone di aprirsi a una nuova occupazione proveniente dall’estero, guardando alle migliaia di persone che scappano da zone di guerra e persecuzione. Inoltre, il continuo crollo della natalità in Italia contribuisce alla riduzione della “forza lavoro” disponibile, con molti giovani, almeno il 30%, pronti a espatriare per ottenere salari più alti e condizioni di vita migliori.
I Lavori Più Richiesti e Pagati del 2023
Il mercato del lavoro è in continua trasformazione, spinto dalle innovazioni tecnologiche e dalle nuove dinamiche aziendali. Alcune professioni hanno acquisito una rilevanza maggiore, diventando ruoli di grande interesse per le opportunità lavorative, remunerative e gratificanti che offrono. Tra i lavori più richiesti del 2023, l’e-Commerce Specialist si distingue per la gestione e il coordinamento delle attività di shopping digitale. In Italia, lo stipendio medio per un e-Commerce Specialist si aggira intorno ai 30.500 euro all’anno.
Il Responsabile Controllo Qualità, noto anche come Quality Manager, è un’altra figura cruciale. Il suo stipendio varia dai 30.000 ai 50.000 euro annui, con possibilità di compensi più elevati nei settori ad alta complessità come l’industria farmaceutica e l’aerospaziale. L’Automation Engineer, con uno stipendio medio di circa 35.000 euro lordi all’anno per le posizioni entry-level, è responsabile dello sviluppo di processi completamente automatizzati.
Il farmacista, con uno stipendio medio di circa 26.500 euro lordi all’anno, collabora con il medico curante per garantire la corretta somministrazione e preparazione dei farmaci. Il Web Developer, con un compenso medio mensile di 2.600 euro, è richiesto in una vasta gamma di contesti, dalle piccole imprese alle grandi aziende internazionali.
Il saldatore, una professione manuale molto richiesta, può guadagnare tra i 18.000 e i 40.000 euro annui, a seconda dell’esperienza e delle tecniche di saldatura utilizzate. L’operaio addetto al confezionamento, con uno stipendio medio di circa 19.000 euro lordi all’anno, svolge un ruolo indispensabile in vari settori, dall’artigianato all’industria farmaceutica.
Il SEO Specialist, con uno stipendio tra i 30.000 e i 40.000 euro lordi annui, è una figura chiave nel Digital Marketing. L’Account Manager, con uno stipendio base tra i 15.000 e i 20.000 euro annui per i junior, può arrivare a guadagnare tra i 30.000 e i 40.000 euro all’anno con l’esperienza. Infine, l’HR Specialist, con un salario medio annuo di circa 35.000 euro lordi, gestisce gli aspetti delle risorse umane di un’azienda, dall’assunzione allo sviluppo professionale dei dipendenti.
Il Mismatch tra Domanda e Offerta di Lavoro
Uno dei principali problemi del mercato del lavoro italiano è il mismatch tra domanda e offerta. Secondo Giovanna Fullin, docente di sociologia dei processi economici e del lavoro alla Bicocca di Milano, la struttura produttiva italiana richiede lavoro poco qualificato, mentre l’offerta di lavoro è molto qualificata. Questo divario è aggravato dal basso livello degli impieghi offerti e dalla dimensione media delle imprese italiane, che sono per lo più di piccole dimensioni.
Nel 2016, in Italia si contavano 4.390.911 imprese, di cui il 95,2% erano microimprese con meno di 10 dipendenti. Solo lo 0,08% delle imprese erano di grande dimensione. Questo ha un impatto diretto sulla capacità delle imprese di attrarre e trattenere talenti qualificati. I bassissimi valori di investimenti nazionali in ricerca e sviluppo (R&D) contribuiscono ulteriormente a questo problema.
Un altro gap significativo è nel settore pubblico, dove le opportunità di lavoro qualificato sono in diminuzione. All’estero, la domanda di lavoro qualificato arriva soprattutto dal settore pubblico, mentre in Italia le opportunità nel pubblico impiego si stanno contraendo.
Secondo Massimo Anelli, professore associato all’Università Bocconi, alcune lauree offrono ritorni più immediati sul mercato del lavoro. I dati di Alma Laurea del 2017 mostrano che il tasso di occupazione a cinque anni dal titolo per i laureati magistrali in ingegneria è pari al 90,1%, mentre per il gruppo letterario scende al 74,7%. A 20 anni dal titolo, un laureato in economia può guadagnare il 120% in più rispetto a un collega delle scienze umane.
Bullet Executive Summary
Il mercato del lavoro italiano sta affrontando sfide significative, con un calo delle assunzioni e una crescente difficoltà nel trovare personale qualificato. Questo problema è aggravato da salari che crescono a un ritmo inferiore rispetto alla media europea e da un mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Le professioni più richieste e pagate del 2023 riflettono la crescente importanza delle competenze tecniche e digitali. Tuttavia, la struttura produttiva italiana e i bassi investimenti in ricerca e sviluppo rappresentano ostacoli significativi.
*Nozione base di difesa consumatori: È fondamentale che i consumatori siano consapevoli delle dinamiche del mercato del lavoro e delle competenze richieste. Questo permette di fare scelte informate riguardo alla formazione e alle opportunità di carriera, contribuendo a ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro.
Nozione avanzata di difesa consumatori*: Le politiche di sostegno alla formazione continua e all’aggiornamento professionale sono essenziali per adattarsi alle esigenze del mercato del lavoro in continua evoluzione. Investire in programmi di riqualificazione e formazione può aiutare a colmare il divario tra le competenze disponibili e quelle richieste, migliorando la competitività delle imprese italiane e le prospettive di carriera dei lavoratori.
In conclusione, è evidente che il mercato del lavoro italiano necessita di interventi mirati per affrontare le sfide attuali. Solo attraverso un impegno congiunto di imprese, istituzioni e lavoratori sarà possibile creare un ambiente lavorativo più equilibrato e sostenibile, capace di valorizzare le competenze e offrire opportunità di crescita a tutti.
- Sito ufficiale di Unioncamere, fonte primaria per approfondire le ricerche e i dati sul mercato del lavoro italiano
- Sito ufficiale di Unioncamere per approfondire sulla ricerca e le statistiche sul mercato del lavoro italiano
- Report previsionale delle esigenze occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2021-2025) elaborato da Unioncamere e ANPAL.