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Crisi del settore moda nelle Marche: cosa sta succedendo davvero?

Scopri come il comparto moda delle Marche ha perso oltre mille imprese negli ultimi cinque anni e cosa significa per il futuro del made in Italy.
  • Il settore moda delle Marche ha perso 1.412 imprese negli ultimi cinque anni, di cui un quarto solo a marzo 2019.
  • Al 31 marzo 2024, le iscrizioni alla Camera di Commercio delle Marche segnano 4.451 imprese attive, con una perdita di oltre tremila occupati rispetto al periodo pre-Covid.
  • Nel primo trimestre 2024, le esportazioni del comparto moda marchigiano sono calate del 6,3% rispetto al 2023, con un valore complessivo di 634,9 milioni di euro.

Il comparto moda delle Marche, uno dei vanti del made in Italy, sta attraversando una fase di crisi profonda. Negli ultimi cinque anni, il settore ha perso 1.412 imprese, di cui un quarto solo a marzo 2019. Rispetto all’ultimo periodo pre-Covid (primo trimestre 2020), mancano 1.169 imprese e oltre tremila occupati. Al 31 marzo 2024, le iscrizioni alla Camera di Commercio delle Marche segnano 4.451 imprese attive: 375 nel tessile, 1.361 nel settore confezioni di capi di abbigliamento e articoli in pelle e pelliccia, e 2.715 nella fabbricazione di articoli in pelle e simili, inclusi calzaturiero e pelletteria.

Il trend negativo riguarda tutto il comparto moda italiano, ma nelle Marche, una regione con una grande tradizione manifatturiera nel fashion, gli effetti rischiano di essere dirompenti. Secondo i vertici regionali di Cna e Confartigianato Marche, le prospettive per i prossimi mesi sono di forti difficoltà, con il rischio di compromettere intere filiere produttive della moda. I report trimestrali della Camera di Commercio di marzo 2024 evidenziano una performance peggiore per il settore della moda nella regione, con una produzione del tessile, abbigliamento e pelli in calo congiunturale del 3,5% e dell’8,8% su base annua, con una grave accentuazione del -9,3% a marzo.

Fino al 31 dicembre 2023, il comparto moda marchigiano è stato sostenuto dalle esportazioni verso i mercati esteri. Tuttavia, nel primo trimestre 2024, il fashion marchigiano ha registrato un calo delle esportazioni nel tessile e abbigliamento (189.102.913 euro di valore, -1,6% rispetto allo stesso periodo del 2023) e soprattutto nelle calzature e pelletterie (454.787.093 euro, -8,1%). Complessivamente, il comparto moda ha esportato prodotti per 634,9 milioni di euro, segnando un calo annuo del 6,3%.

La Situazione della Pelletteria Italiana

Il settore della pelletteria italiana ha iniziato il 2024 in retromarcia, con indicatori congiunturali negativi nel primo trimestre. La produzione industriale è precipitata del 18,1%, giustificando il boom delle richieste di Cassa Integrazione Guadagni (CIG), che nei primi quattro mesi del 2024 sono salite a 11,3 milioni di ore, due volte e mezzo le ore corrispondenti del 2023. Secondo un’indagine tra gli associati di Assopellettieri, il fatturato complessivo è calato del 12%.

Le esportazioni di pelletteria italiana sono scese dell’11,8% nel primo trimestre del 2024, mentre la domanda interna è rimasta piatta con un +1,4%. Le esportazioni verso la Francia sono diminuite del 4,9% in valore e del 27% in quantità. Ancora più negativo è stato il tracollo verso la Svizzera, con una riduzione del 76% in valore (387 milioni di euro in meno) e del 54,4% in volumi. Le esportazioni di prodotti in pelle sono diminuite del 14,8%, mentre quelle di articoli in succedaneo sono scese del 4,8%, ma aumentate del 13,7% in peso.

Le prospettive per il settore sono nerissime. Solo il 6% dei partecipanti all’indagine rapida di Confindustria Moda di maggio 2024 ritiene che l’andamento della propria azienda sia “in miglioramento” rispetto al primo trimestre. La stima è che la flessione del fatturato complessivo potrebbe toccare le due cifre nel primo semestre del 2024. Nel periodo gennaio-aprile 2024, sono state autorizzate 11,3 milioni di ore di Cassa Integrazione, un aumento del 155,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, il valore più alto degli ultimi 15 anni.

Il Crollo dell’Export del Calzaturiero

Il comparto calzaturiero italiano, e in particolare quello toscano, ha registrato un inizio 2024 nero con un crollo dell’export del 19,7%, più del doppio rispetto al dato nazionale (-9,7%) nel primo trimestre. Le ore di Cassa Integrazione Guadagni sono aumentate significativamente. Secondo l’ultimo report del Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici, si evidenzia una flessione degli acquisti delle famiglie italiane del -1,6% in quantità e del -0,7% in spesa.

Il report mostra che le esportazioni, che rappresentano l’85% della produzione, nel primo trimestre 2024 hanno visto la vendita di 51,9 milioni di paia di calzature, sei milioni in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un valore di 3,17 miliardi di euro. Dopo una tenuta in valore a gennaio (+1,4%), si è verificata un’inversione di tendenza a febbraio (-6,2%) e un crollo a marzo del -20% in valore e paia.

Le principali destinazioni dell’export calzaturiero sono gli USA (+20,3%), la Francia (+1,1%) e la Cina (+42%), mentre i Paesi Bassi (-5,7%) e la Svizzera (-81,7%) hanno registrato cali significativi. Il numero di imprese attive nel settore è diminuito di 57 aziende rispetto a dicembre scorso, con un saldo negativo di -542 addetti. Al contrario, le ore di Cassa Integrazione autorizzate da INPS per le imprese toscane della filiera pelle nel primo quadrimestre 2024 sono state 2,5 milioni, un aumento del 251% rispetto allo stesso periodo del 2023 e del 972% rispetto al primo quadrimestre del 2019, ultimo anno pre-Covid.

Bullet Executive Summary

La crisi del settore moda nelle Marche, della pelletteria italiana e del calzaturiero toscano evidenzia una situazione di profonda difficoltà per l’intero comparto. Le cifre parlano chiaro: migliaia di imprese chiuse, crollo delle esportazioni e un aumento esponenziale delle richieste di Cassa Integrazione. Questo scenario richiede un intervento urgente e coordinato da parte delle istituzioni per sostenere una delle eccellenze del made in Italy.

*Nozione base: La difesa dei consumatori implica la protezione dei diritti dei consumatori e la promozione di pratiche commerciali etiche. In questo contesto, è fondamentale che i consumatori siano consapevoli delle difficoltà che il settore moda sta affrontando, per poter fare scelte di acquisto informate che possano sostenere le imprese locali.

Nozione avanzata: L’economia circolare rappresenta un modello economico sostenibile che mira a ridurre gli sprechi e a valorizzare le risorse. Per il settore moda, questo significa adottare pratiche di produzione e consumo che riducano l’impatto ambientale e promuovano la sostenibilità. In un momento di crisi come quello attuale, l’adozione di un modello di economia circolare potrebbe rappresentare una via d’uscita, favorendo la resilienza del settore e la creazione di nuove opportunità di lavoro.

Conclusione:* La crisi del settore moda non è solo una questione economica, ma anche sociale e ambientale. È un momento cruciale per ripensare i modelli di produzione e consumo, promuovendo una maggiore consapevolezza tra i consumatori e adottando pratiche sostenibili. Solo attraverso un impegno collettivo e coordinato sarà possibile superare questa fase critica e costruire un futuro più sostenibile per il settore moda.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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